Il dato demografico segna un +7 mesi rispetto al biennio precedente, di cui 3 legati al recupero post-pandemia secondo l’Istat.

Il futuro della pensione per milioni di italiani potrebbe subire una svolta significativa a partire dal 2027. Con l’aumento della speranza di vita a 85 anni, confermato dai dati provvisori dell’Istat, si avvicina l’ipotesi concreta di un innalzamento dell’età pensionabile.
Questo dato riflette un netto miglioramento rispetto agli anni segnati dalla pandemia e, secondo i parametri attuali, fa scattare un adeguamento automatico dell’età per la pensione di vecchiaia. La soglia, oggi fissata a 67 anni, potrebbe salire a 67 anni e 3 mesi, con un corrispondente aumento dei contributi richiesti per l’anticipo pensionistico.
Come funziona il meccanismo dell’adeguamento
Alla base di questi cambiamenti c’è un sistema preciso: il Ministero dell’Economia utilizza i dati Istat sulla speranza di vita per stabilire gli adeguamenti previsti dalla legge. L’indicatore demografico, in particolare quello relativo ai 65 anni, funge da metro per valutare quanto debba essere prolungata l’età lavorativa prima del ritiro.
Il confronto tra il biennio 2023-2024 e il periodo precedente (2021-2022) mostra un incremento di sette mesi, anche se tre di questi rappresentano un “recupero” del calo verificatosi durante l’emergenza sanitaria. In assenza di modifiche legislative, l’automatismo scatterà e i nuovi requisiti entreranno in vigore dal 1° gennaio 2027.
L’Istat ribadisce: il nostro ruolo è tecnico
Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istat, ha chiarito che il ruolo dell’Istituto rimane puramente statistico. “L’Istat si limita a fornire il dato, calcolato con rigore scientifico, senza influire sulle scelte normative”, ha precisato. È compito delle istituzioni politiche, dal Parlamento al Ministero dell’Economia, decidere se applicare o meno gli adeguamenti automatici previsti dalla normativa.
La ripresa della speranza di vita è stata letta anche come un segnale incoraggiante: l’Italia sta tornando su un sentiero di longevità crescente, grazie al miglioramento del sistema sanitario e a una maggiore diffusione di stili di vita sani.

Politica e pensioni: il dibattito resta aperto
Se da un lato la legge prevede l’automatismo, dall’altro la politica potrebbe intervenire per congelare o modificare l’adeguamento. Alcune forze parlamentari, come la Lega, hanno già espresso contrarietà all’innalzamento previsto. In passato, il Parlamento è già intervenuto per sospendere l’applicazione di simili aumenti, rimandando o rimodulando i requisiti anagrafici e contributivi.
Questa nuova fase rappresenta dunque una sfida cruciale per il sistema previdenziale italiano. Da un lato, serve garantire la sostenibilità economica in un contesto di crescente invecchiamento della popolazione; dall’altro, è necessario tutelare l’equità tra generazioni e le aspettative dei lavoratori prossimi alla pensione.