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Truffe telefoniche in aumento: come riconoscerle e difendersi

Truffe telefoniche in aumento: come riconoscerle e difendersi
Photo by Firmbee – Pixabay
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Dalle chiamate con prefisso +49 ai falsi operatori delle bollette: i tentativi di raggiro si moltiplicano. Ecco come tutelarsi dalle trappole più comuni.

Truffe telefoniche in aumento: come riconoscerle e difendersi
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Negli ultimi mesi è cresciuto il numero di segnalazioni legate a chiamate provenienti dal prefisso internazionale +49, corrispondente alla Germania. Dietro questi contatti si nascondono spesso tentativi di truffa ben orchestrati: offerte di lavoro inesistenti, vincite immaginarie o persino inganni di tipo sentimentale. In alcuni casi, i truffatori effettuano una semplice chiamata persa, spingendo la vittima a richiamare: un gesto che può costare caro, con tariffe elevate a carico del malcapitato. In altri, viene promesso un impiego remunerativo o una relazione virtuale che, col tempo, si trasforma in una richiesta di denaro. Il fenomeno non è nuovo: già a inizio 2025 erano emerse numerose segnalazioni analoghe.

Raggiri anche da numeri italiani

Non sono solo i prefissi internazionali a destare sospetti. Le truffe viaggiano anche su numeri apparentemente italiani, con prefisso +39, sfruttando tecniche più sofisticate. Secondo quanto riportato dalla Polizia Postale, i truffatori cercano di aggirare la naturale diffidenza degli utenti sfruttando contatti familiari o nomi salvati in rubrica. Una delle tecniche più diffuse prevede l’uso di una voce registrata che, spacciandosi per un’azienda di selezione del personale, annuncia: “Abbiamo ricevuto il tuo curriculum”. A quel punto, l’utente viene invitato a continuare la conversazione in chat per un colloquio fasullo o per ottenere informazioni personali.

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Vishing e frodi “da manipolazione del pagatore”

Un’altra truffa in crescita è il vishing, una forma evoluta di phishing che utilizza la voce come mezzo di raggiro. Adiconsum ha spiegato come spesso il contatto avvenga inizialmente via e-mail, SMS o chat. Non viene chiesto di cliccare su link, ma di chiamare un numero dove risponde un finto operatore di banca. L’obiettivo è sempre lo stesso: ottenere credenziali di accesso al conto corrente. In altri casi, sono i criminali stessi a chiamare direttamente fingendosi impiegati bancari.

Crescono anche le truffe “da manipolazione del pagatore”, un metodo più insidioso. Un esempio recente ha visto coinvolti alcuni imprenditori italiani, contattati da criminali che si spacciavano per il ministro della Difesa Guido Crosetto. L’obiettivo? Convincerli a versare ingenti somme di denaro per presunti motivi di sicurezza nazionale.

Le truffe legate alle bollette e come proteggersi

Nel mirino anche il settore energetico. Alcune chiamate fraudolente sfruttano l’aumento dei costi delle bollette e la confusione legata al mercato libero. Fingendosi rappresentanti di enti regionali o dell’Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), i truffatori riescono a ottenere dati personali — come il codice POD e l’IBAN — promettendo fantomatici rimborsi o tariffe più vantaggiose. A rendere credibile la truffa è la conoscenza precisa del nome, del cognome e dell’indirizzo dell’utente.

Per difendersi, è fondamentale non condividere mai informazioni personali tramite telefono, messaggi o e-mail non verificati. Meglio evitare di richiamare numeri sospetti, specialmente se internazionali, e attivare i filtri anti-spam presenti sugli smartphone. È consigliabile anche mantenere aggiornati i propri dispositivi e proteggerli con antivirus affidabili. Infine, segnalare ogni tentativo di raggiro alla Polizia Postale attraverso l’apposita sezione online può aiutare a prevenire ulteriori casi.