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TFR: cos’è, come si calcola e quanto vale dopo un solo anno

TFR: cos’è, come si calcola e quanto vale dopo un solo anno
Photo by patricksommer – Pixabay
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Il Trattamento di Fine Rapporto, noto anche come TFR o buonuscita, rappresenta una somma maturata dal lavoratore nel corso della sua carriera. Ma come funziona davvero e quanto si accumula già dopo un solo anno di lavoro?

TFR: cos’è, come si calcola e quanto vale dopo un solo anno
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Il TFR è una forma di retribuzione differita, ovvero una quota dello stipendio che viene accantonata mensilmente e liquidata al termine del rapporto di lavoro. Non si tratta di un bonus o di un premio, ma di una parte integrante della retribuzione spettante a ogni lavoratore subordinato. Nei contratti pubblici, questa voce assume il nome di TFS, ovvero Trattamento di Fine Servizio.

La somma maturata non dipende dalla durata minima del contratto: anche pochi mesi di lavoro generano un TFR proporzionale. Naturalmente, più lungo è il periodo di attività, maggiore sarà l’importo complessivo accantonato.

Le regole per il calcolo del TFR

Il TFR cresce mese dopo mese e corrisponde, in media, a circa una mensilità di stipendio per ogni anno lavorativo. Il riferimento normativo è l’articolo 2120 del Codice Civile, che disciplina questa forma di compenso.

Il calcolo si basa sulla retribuzione annua utile ai fini previdenziali, da dividere per 13,5. Il risultato rappresenta l’importo del TFR lordo maturato in un anno. Se il lavoro è durato meno di 12 mesi, si applica la stessa formula sulla base della retribuzione mensile, moltiplicata per i mesi effettivi lavorati (inclusi quelli con almeno 15 giorni di attività, considerati interi).

Il TFR è soggetto a una rivalutazione annuale, composta da:

  • un tasso fisso dell’1,5%;
  • una maggiorazione pari al 75% dell’inflazione annua, rilevata dall’ISTAT.

Cosa incide sull’importo finale

Ai fini del calcolo del TFR, non tutte le voci della busta paga sono considerate. Fanno parte della retribuzione utile:

  • la paga base;
  • gli scatti di anzianità;
  • il lavoro straordinario;
  • la tredicesima (e la quattordicesima, se prevista);
  • le indennità di turno e altri compensi continuativi.

Sono invece escluse le voci occasionali, i rimborsi spese e ogni compenso non strutturale. Le differenze possono variare in base al Contratto Collettivo Nazionale applicato.

Nel settore del lavoro domestico, ad esempio, è possibile richiedere annualmente fino al 75% del TFR maturato, secondo modalità specifiche.

Esempio: quanto si matura in un solo anno

TFR: cos’è, come si calcola e quanto vale dopo un solo anno
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Immaginiamo un dipendente con una retribuzione annua lorda di 27.000 euro. Il TFR sarà:

  • 27.000 / 13,5 = 2.000 euro di TFR lordo annuo;
  • Aggiungendo la rivalutazione (1,5% fisso + 0,75% su un’inflazione dell’1%), il totale sale di qualche decina di euro.

Anche dopo un solo anno, la somma accumulata è già significativa, specie se si considera che si tratta di un importo che cresce nel tempo senza bisogno di richieste da parte del lavoratore.