Ticket sanitari uniformati e IRAP più alta in Campania e Lazio aggravano il quadro fiscale già pesante per cittadini e imprese.

Non tutti i cittadini italiani affrontano lo stesso carico fiscale: accanto all’IRPEF, che rappresenta l’imposta principale sul reddito delle persone fisiche, entrano in gioco anche le addizionali regionali e comunali, che variano a seconda della zona di residenza.
L’IRPEF si applica in base agli scaglioni di reddito:
- 23% fino a 28.000 euro
- 35% da 28.001 a 50.000 euro
- 43% oltre 50.000 euro
Nel 2022, secondo il rapporto Itinerari Previdenziali, il gettito IRPEF ha raggiunto 247,9 miliardi di euro. A questo importo si sommano 13,9 miliardi di euro derivanti dalle addizionali regionali, con una media nazionale dell’1,61% e un contributo medio per contribuente di 451,65 euro annui.
Ma quali Regioni superano la media? Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna e Liguria applicano un’aliquota media superiore al valore nazionale. Quanto al versamento medio, è più elevato in nove Regioni, tra cui anche Lombardia, Trentino-Alto Adige (sia P.A. Trento che Bolzano) e Liguria.
Le addizionali IRPEF 2025: chi paga di più
L’addizionale regionale IRPEF si compone di fasce legate al reddito. In alcune aree, come il Lazio, la pressione fiscale è particolarmente accentuata: dal 1,73% per i redditi fino a 15.000 euro si passa direttamente al 3,33% per gli scaglioni superiori.
Situazione simile in Campania, dove l’aliquota sale progressivamente fino al 3,33% per redditi oltre 50.000 euro, con una struttura analoga in Emilia-Romagna e Molise. In contrasto, Regioni come Veneto, Sardegna e Sicilia mantengono un’aliquota unica del 1,23%, più favorevole.
Ecco alcuni esempi di aliquote 2025:
- Abruzzo: da 1,67% fino a 3,33%
- Liguria: fino al 3,23% per i redditi alti
- Toscana: fino al 3,33% sopra i 50.000 euro
- Trento e Bolzano: aliquota aumentata solo sopra i 50.000 euro
Lazio, Campania e Piemonte emergono come le Regioni con il carico fiscale più elevato. Tuttavia, in linea teorica, questi maggiori introiti dovrebbero corrispondere a servizi pubblici più efficienti e diffusi.
Ticket sanitario e IRAP: altri fattori da considerare
Dal 2025, il ticket sanitario è stato uniformato a livello nazionale, eliminando le disparità tra le Regioni. Le tariffe stabilite includono:
- 25 euro per una prima visita specialistica
- 17,90 euro per la visita di controllo
- 11,60 euro per un ECG
- 37,80 euro per un’ecografia dell’addome inferiore
- 16,40 euro per analisi di laboratorio standard
Accanto al ticket, pesa anche l’IRAP, imposta regionale sulle attività produttive, applicata a imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici e non commerciali.
L’aliquota base è 3,90%, ma alcune Regioni l’hanno alzata:
- Campania: 4,97%
- Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia: 4,82%
- Trento: l’aliquota più bassa, al 2,68%
Le Regioni possono variare l’aliquota IRAP per settore o categoria, tranne per gli enti pubblici, il cui prelievo è fisso all’8,50%.
Bollo auto e tasse comunali: un ulteriore peso locale

Infine, anche il bollo auto, tassa regionale legata alla potenza del veicolo e alla classe ambientale, presenta differenze significative.
Regioni come Campania, Abruzzo, Calabria e Lazio applicano tariffe superiori alla media: ad esempio, per auto Euro 4 fino a 100 kW si paga 3,12 euro/kW contro i 2,58 euro/kW standard.
Meno gravose invece Lombardia e Piemonte, che prevedono riduzioni, e quelle che si attestano sulla tariffa nazionale, come Emilia-Romagna, Umbria, Sardegna, Puglia, Basilicata e Sicilia.
A tutto ciò si sommano le addizionali comunali e tributi come la TARI (rifiuti), la cui entità è definita dai singoli Comuni, contribuendo a creare un mosaico fiscale frammentato in base al luogo di residenza.