Dal nido all’università, guida completa alla detrazione del 19% sulle spese d’istruzione: limiti, codici e documenti da conservare.

Anche per l’anno d’imposta 2024, le famiglie potranno beneficiare della detrazione fiscale del 19% sulle spese scolastiche, da indicare nel modello 730/2025. Il rimborso è calcolato su un massimo di 800 euro per alunno o studente, con un risparmio fiscale potenziale di fino a 152 euro a figlio.
Nel modello precompilato, disponibile online dal 30 aprile, molte di queste spese risultano già inserite grazie ai dati trasmessi dagli istituti scolastici. Tuttavia, spetta al contribuente verificare la correttezza delle informazioni. Le spese devono essere riportate nei righi E8-E10 della dichiarazione dei redditi, utilizzando i codici:
- 12 per spese scolastiche non universitarie;
- 13 per quelle universitarie;
- 33 per l’asilo nido.
Questi codici valgono anche per chi presenta il modello Redditi (quadro RP, righi RP8-RP13). In caso di più figli, ogni spesa andrà dichiarata in un rigo separato.
Elenco delle spese scolastiche detraibili
Il beneficio fiscale si applica alle spese sostenute per l’iscrizione e la frequenza di asili nido, scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori, pubbliche o paritarie. Sono detraibili anche i costi per l’università e i corsi post-laurea, ma con limiti specifici per gli atenei privati.
Rientrano tra le spese scolastiche detraibili:
- Tassa di iscrizione e frequenza;
- Servizio mensa;
- Gite scolastiche;
- Pre e post scuola;
- Contributi volontari e per ampliamento dell’offerta formativa;
- Assistenza al pasto;
- Trasporto scolastico.
Restano invece escluse le spese per libri, materiale di cancelleria e dispositivi elettronici, salvo casi particolari come gli studenti con DSA, per i quali è ammessa la detrazione di strumenti didattici compensativi.
Un aspetto importante: anche se la spesa è effettuata presso soggetti esterni (es. agenzie viaggi per le gite), è fondamentale conservare la delibera scolastica che attesta il versamento.
Spese universitarie e affitto studenti fuori sede
La detrazione del 19% riguarda anche l’istruzione universitaria, compresi master, corsi di perfezionamento, ITS e dottorati di ricerca. Per le università statali, si detrae l’intero importo delle spese sostenute. In caso di atenei privati, invece, l’importo massimo detraibile è pari a quello previsto per un corso equivalente in una struttura pubblica nella stessa area geografica.
Ecco i limiti di spesa detraibile per università private, differenziati per area e indirizzo di studio:
Area disciplinare | Nord | Centro | Sud e Isole |
---|---|---|---|
Medica | €3.900 | €3.100 | €2.900 |
Sanitaria | €3.900 | €2.900 | €2.700 |
Scientifica | €3.700 | €2.900 | €2.600 |
Umanistica | €3.200 | €2.800 | €2.500 |
Per i corsi post-laurea (dottorati, master, specializzazioni), i tetti vanno da 2.900 a 3.900 euro a seconda della zona. È inoltre possibile detrarre l’affitto degli studenti fuori sede (rigo E8/E10, codice 18), entro il limite di 2.633 euro: il rimborso massimo sarà quindi di circa 500 euro.
Asili nido, studenti con DSA e documenti da conservare

Anche le spese per l’asilo nido sono detraibili, con un limite di 632 euro per ogni figlio. La detrazione vale sia per strutture pubbliche che private, incluse le cosiddette “sezioni primavera” e servizi assimilabili riconosciuti a livello locale, come le “Tagesmutter” nella Provincia autonoma di Bolzano.
Attenzione però: non si possono detrarre le somme già rimborsate dal datore di lavoro (es. fringe benefit) o coperte dal bonus asilo nido INPS.
Per gli studenti con DSA, è ammessa la detrazione del 19% su strumenti compensativi acquistati per facilitare l’apprendimento: sintesi vocale, registratori, software con correttori ortografici, calcolatrici, mappe concettuali. È necessario conservare certificato medico e fattura o scontrino parlante.
Infine, per tutte le spese, il contribuente dovrà conservare la documentazione che attesti il pagamento (ricevute, bollettini, bonifici), con indicazione del beneficiario, della causale e del nome dell’alunno. In caso di pagamento con carta, serve l’attestazione dell’ente ricevente.