Scattano i super dazi voluti da Trump: colpite Cina, Ue, Giappone e Corea del Sud. I mercati reagiscono con pesanti perdite, mentre Washington promette nuovi rincari sulla farmaceutica.

A partire da oggi, 9 aprile, entrano in vigore i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti contro 60 Paesi. Un’ondata protezionistica senza precedenti, voluta dall’amministrazione Trump per “ripristinare l’equità” e rilanciare il manifatturiero americano. Le tariffe vanno dall’11% al 50%, ma salgono vertiginosamente al 104% per i prodotti cinesi.
Nel mirino anche l’Unione Europea, colpita da una tariffa del 20%, mentre il Giappone si vede applicare un dazio del 24%, il Vietnam del 46% e la Corea del Sud del 25%. Queste nuove misure seguono di pochi giorni l’introduzione di un dazio universale del 10%, da cui solo Messico e Canada sono stati esentati. Per i Paesi già colpiti da quest’ultima aliquota, come il Giappone, l’aumento odierno è stato applicato in forma differenziale.
Scontro frontale con Pechino: dazi record e tensioni
Il braccio di ferro con la Cina ha assunto toni da guerra commerciale. Dopo aver annunciato dazi aggiuntivi del 34% su Pechino, Trump ha alzato la posta in risposta alle minacce di ritorsioni, portando la tariffa complessiva al 104%. Pechino ha reagito duramente: il premier Li Qiang ha definito le misure statunitensi come “un atto di unilateralismo, protezionismo e prepotenza economica”.
In una telefonata con Ursula von der Leyen, Li ha assicurato che la Cina è pronta a difendersi, forte di “sufficienti strumenti di politica di riserva”. Intanto, le autorità cinesi hanno lasciato indebolire lo yuan per favorire l’export e iniziato un intervento coordinato sul mercato azionario con fondi sovrani e imprese statali. “Il diritto allo sviluppo del popolo cinese è inalienabile”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, ribadendo che la sovranità economica del Paese non è negoziabile.
Trump rilancia: “La farmaceutica sarà la prossima”
Durante un gala del comitato nazionale repubblicano, Trump ha rivendicato con forza la sua strategia commerciale: “So dannatamente bene quello che sto facendo”. Secondo il presidente, le nuove tariffe stanno già attirando investimenti record negli Stati Uniti: “I produttori di microchip stanno arrivando. Non abbiamo mai visto nulla di simile”.
Ma è nei toni che Trump ha scelto di lasciare il segno. “Mi chiamano, mi supplicano, mi baciano il cu**”, ha detto, riferendosi ai leader stranieri in cerca di un’intesa. Ha poi annunciato che il prossimo passo sarà colpire i farmaci, attualmente esclusi dalle misure: “A breve imporremo dazi anche sulla farmaceutica”. Una dichiarazione che preoccupa diversi partner commerciali, tra cui l’Italia, fortemente esposta nel settore.

Mercati in caduta: l’Asia accusa il colpo
L’annuncio dei nuovi dazi ha avuto un effetto immediato sui mercati finanziari asiatici, con forti ribassi generalizzati. Il Nikkei giapponese ha perso il 4,86%, mentre lo yen si è rafforzato dell’1,1% rispetto al dollaro. A Taiwan l’indice Taiex ha registrato un calo del 5,8% nel pomeriggio, mentre la Borsa di Hong Kong ha ceduto l’1,6%. Unica eccezione Shanghai, che ha chiuso con un lieve rialzo dello 0,2%, grazie agli interventi di sostegno delle autorità cinesi.
La prospettiva di nuovi dazi sulla farmaceutica e l’incertezza sulle prossime mosse di Trump aumentano la pressione sui mercati globali. Se il trend dovesse proseguire, le ripercussioni sull’economia mondiale potrebbero farsi sentire ben oltre le prossime settimane.