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Scadenza IMU 2025: come pagare entro il 16 giugno senza errori

Scadenza IMU 2025: come pagare entro il 16 giugno senza errori
Photo by stevepb – Pixabay
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Un errore nei codici tributo può invalidare il ravvedimento: ecco perché serve precisione nel versamento dell’imposta sugli immobili.

Scadenza IMU 2025: come pagare entro il 16 giugno senza errori
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Nel calendario fiscale italiano, la data del 16 giugno è cerchiata in rosso per chi possiede immobili: entro quel giorno va versato l’acconto IMU (Imposta Municipale Unica) relativo all’anno in corso. Nel 2025, la scadenza cade di lunedì. Chi non rispetta il termine o versa un importo inferiore può comunque regolarizzare la propria posizione utilizzando il ravvedimento operoso.

Questa possibilità consente di evitare accertamenti da parte del fisco, ma non è gratuita: quanto più si ritarda, tanto più aumentano le sanzioni. È dunque fondamentale intervenire tempestivamente per ridurre l’esborso.

Quando e come si paga l’IMU

Il versamento dell’IMU avviene in due rate: la prima, detta acconto, deve essere pagata entro il 16 giugno; la seconda, il saldo, entro il 16 dicembre. Tuttavia, chi preferisce può saldare l’intero importo in un’unica soluzione, sempre entro il 16 giugno.

Nel 2025, dunque, i contribuenti dovranno effettuare il versamento lunedì 16 giugno, scegliendo se pagare solo l’acconto o l’intero ammontare dovuto per l’anno. È importante verificare le aliquote comunali, che possono variare da Comune a Comune.

Ravvedimento operoso: come funziona

Chi omette il pagamento o versa una somma inferiore a quanto dovuto, può evitare le conseguenze più gravi avvalendosi del ravvedimento operoso, disciplinato dall’articolo 13 del D. Lgs. 472/1997. Questa procedura permette di mettersi in regola spontaneamente, applicando sanzioni ridotte e interessi legali calcolati in base ai giorni di ritardo.

Dal 1° settembre 2024 sono entrate in vigore nuove percentuali sanzionatorie:

  • Entro 14 giorni: 0,083% al giorno (max 1,162%);
  • Dal 15° al 30° giorno: 1,25%;
  • Dal 31° al 90° giorno: 1,39%;
  • Oltre 90 giorni e fino alla dichiarazione IMU: 3,125%;
  • Dopo questo termine: 3,572%;
  • In caso di comunicazione senza verbale: 4,17%.

Nei primi 14 giorni dal termine, la convenienza è evidente. Un ravvedimento effettuato l’undicesimo giorno (27 giugno 2025), ad esempio, comporta una sanzione dello 0,913%. L’ultimo giorno utile con la sanzione più bassa è il 30 giugno, con un’aliquota dell’1,162%. Dal 1° luglio, invece, si entra nella fascia successiva con una penalizzazione fissa dell’1,25%.

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Interessi e codici tributo: attenzione ai dettagli

Alla sanzione ridotta va aggiunto anche il calcolo degli interessi legali, calcolati giornalmente sull’importo non versato, secondo il tasso legale in vigore. Il pagamento va effettuato con il corretto codice tributo IMU riferito all’immobile specifico: solo così l’Agenzia delle Entrate e il Comune potranno attribuire correttamente la somma.

Un errore in fase di compilazione può invalidare l’intero ravvedimento, rendendo vano il tentativo di sanatoria. Precisione e tempestività diventano quindi essenziali per evitare ulteriori complicazioni e maggiori esborsi.