Nel settore professionale l’uso della fattura cartacea è crollato del 60,5%, mentre l’elettronica registra un +28,2%.

L’Italia si sta preparando al futuro senza carta. Secondo un’indagine condotta da SumUp su oltre 5.000 esercenti, tre scontrini su quattro emessi tra il 2024 e il primo semestre del 2025 sono già in formato digitale. Un segnale chiaro: il Paese sta accogliendo con rapidità la transizione tecnologica. Tuttavia, la carta resiste ancora in alcuni ambiti, soprattutto dove si emettono molti scontrini di piccolo importo.
La percentuale di ricevute digitali è cresciuta del 23,8%, trainata da un +15,4% di esercenti che scelgono di inviarle via email o tramite Qr code. Segnali incoraggianti, se si considera il piano nazionale per l’eliminazione definitiva del cartaceo. Ma il passaggio non è uniforme: alcune categorie restano ancorate alle abitudini di sempre.
Il piano del Governo: addio graduale al cartaceo entro il 2029
L’Italia ha già tracciato il percorso per dire addio agli scontrini tradizionali. Il piano governativo si articolerà in tre fasi: dal 1° gennaio 2027, l’obbligo di emettere solo ricevute digitali scatterà per supermercati e grandi catene; un anno dopo, toccherà agli esercenti con fatturati superiori a 400mila euro. Infine, dal 2029, il divieto sarà esteso a tutti gli esercizi commerciali.
Le modalità previste sono semplici: scontrini via email, SMS oppure disponibili tramite Qr code. Il provvedimento mira a ridurre lo spreco di carta, semplificare la contabilità e favorire l’adozione dei pagamenti elettronici. Un cambiamento che coinvolge ogni aspetto del commercio quotidiano, dalla spesa al bar sotto casa.
Ristoranti, bar e tabaccai: la carta resta protagonista
Nonostante l’accelerazione verso il digitale, in alcuni settori la carta continua a dominare. Nei ristoranti si stampa ancora il 73,8% degli scontrini, nei bar il 72,4%, mentre nei food truck e fast food si resta rispettivamente al 71,1% e al 60,9%. Anche supermercati e negozi alimentari mostrano una certa resistenza con il 54,6% di ricevute cartacee.
Tra i record di “fedeltà al cartaceo” spiccano i tabaccai, con il 78,5% di scontrini stampati, seguiti dalle edicole (42,6%) e dalle farmacie (47,2%). Al contrario, il settore turistico appare già ben avviato verso la digitalizzazione: solo il 12% degli hotel e il 20% dei servizi turistici continuano a stampare. Artigiani (7,3%), parrucchieri e barbieri (11,2%) sono tra i più digitalizzati, mentre i tassisti registrano appena l’1,6% di scontrini su carta.
Le fatture digitali conquistano anche i professionisti

Non solo scontrini: anche le fatture cartacee stanno sparendo. Tra il 2023 e il 2025, l’uso della fattura tradizionale è crollato del 60,5%, mentre cresce del 28,2% il numero di esercenti che preferisce inviarla in formato elettronico. Le preferenze si stanno spostando con decisione: la digitalizzazione raccoglie un +21,9% di consensi, contro un drastico -94,4% per la versione stampata.
Il bilancio è chiaro: rispetto a due anni fa, le fatture elettroniche sono aumentate del 12,3%, mentre quelle cartacee sono diminuite del 42%. Una trasformazione profonda che, insieme agli scontrini digitali, segna il passaggio verso un commercio più sostenibile, efficiente e in linea con le nuove esigenze fiscali.