La data di accredito del rimborso IRPEF varia in base al momento di invio del modello 730 e alla tipologia di contribuente. Ecco il calendario da monitorare e i casi che richiedono più tempo.

Il rimborso del modello 730/2025 segue un calendario preciso, ma non è uguale per tutti. Dipendenti e pensionati ricevono l’accredito in tempi diversi, e la data effettiva dipende prima di tutto da quando è stata inviata la dichiarazione dei redditi.
Per i lavoratori dipendenti, il rimborso IRPEF viene erogato in busta paga nel mese successivo a quello in cui il datore di lavoro riceve il prospetto di liquidazione dall’Agenzia delle Entrate. Per i pensionati, invece, le operazioni partono dal secondo mese successivo.
La tempistica è regolata dall’articolo 16-bis del Decreto Fiscale n. 124/2019, che fissa i termini per la trasmissione del prospetto ai sostituti d’imposta. Il pagamento dei rimborsi può avvenire tra luglio e dicembre, a seconda della data di invio del 730.
Il calendario da seguire per il rimborso
Il prospetto di liquidazione viene trasmesso dall’Agenzia delle Entrate ai datori di lavoro o agli enti pensionistici entro scadenze prefissate. Da quel momento, scatta l’erogazione del credito IRPEF. Ecco le principali tappe:
Data invio 730 | Scadenza per il prospetto | Mese del rimborso (dipendenti) | Mese del rimborso (pensionati) |
---|---|---|---|
Entro il 31 maggio | 15 giugno | Luglio | Agosto |
Dal 1° al 20 giugno | 29 giugno | Agosto | Settembre |
Dal 21 giugno al 15 luglio | 23 luglio | Settembre | Ottobre |
Dal 16 luglio al 31 agosto | 15 settembre | Ottobre | Novembre |
Dal 1° al 30 settembre | 30 settembre | Novembre | Dicembre |
Chi invia il modello verso fine settembre potrebbe dover aspettare fino a dicembre per ricevere il rimborso, soprattutto se pensionato. L’importo, una volta calcolato, viene accreditato con la prima retribuzione utile o con il cedolino INPS corrispondente.
Rimborsi oltre i 4.000 euro o con modifiche: attese più lunghe

Non tutti i rimborsi arrivano in tempi rapidi. L’Agenzia delle Entrate può infatti avviare controlli preventivi, che posticipano l’accredito. I casi che finiscono sotto la lente sono:
- Modifiche sostanziali al modello precompilato;
- Importi notevolmente diversi rispetto agli anni precedenti;
- Correzioni ai dati derivati dalla Certificazione Unica;
- Crediti IRPEF superiori a 4.000 euro.
In questi casi, l’Agenzia ha quattro mesi di tempo per effettuare i controlli e può trattenere il rimborso fino a sei mesi dalla scadenza del 30 settembre. Significa che chi rientra in queste casistiche potrebbe ricevere il rimborso solo entro marzo 2026.
Anche i conguagli a debito seguono lo stesso calendario
Il modello 730 non produce solo crediti da rimborsare: per molti contribuenti porta anche a un conguaglio a debito. Anche in questo caso, l’importo viene gestito direttamente in busta paga o sulla pensione.
- Per i lavoratori dipendenti, il datore di lavoro addebita l’importo IRPEF dovuto nella retribuzione del mese successivo alla ricezione del prospetto.
- Per i pensionati, l’addebito parte dal secondo mese successivo.
Questo meccanismo garantisce una gestione automatica e diretta, sia per i rimborsi che per gli addebiti. Tuttavia, è importante monitorare le date di invio e tenere traccia della propria posizione fiscale per evitare sorprese o ritardi.