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Riforma PA: premi al merito e accesso interno alla dirigenza

Riforma PA: premi al merito e accesso interno alla dirigenza
Photo by Tirelire_Avenue – Pixabay
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Il 30% dei posti dirigenziali sarà riservato al personale interno con almeno 5 anni di valutazioni positive e prova d’idoneità dedicata.

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La pubblica amministrazione si prepara a cambiare passo. Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che punta a riformare l’accesso alla dirigenza, premiando i dipendenti più meritevoli senza passare obbligatoriamente da concorsi esterni. L’obiettivo? Rendere l’attività amministrativa più “misurabile”, valorizzando la performance individuale. Un concetto già presente da anni, ma finora spesso inefficace nel far emergere i veri talenti all’interno della macchina pubblica. Il ministero della Funzione pubblica, guidato da Paolo Zangrillo, rilancia ora con un sistema più strutturato e severo.

Obiettivi chiari e premi per i migliori

Alla base della riforma resta l’assegnazione di obiettivi precisi, valutati sia in termini di risultato che di tempi di realizzazione. Ma si aggiunge un elemento cruciale: il comportamento organizzativo, ovvero la capacità di lavorare in squadra e contribuire al clima interno. Per chi eccelle, si apre la porta della dirigenza. Ogni anno, il 30% dei posti disponibili per il livello superiore sarà riservato al personale interno non dirigenziale. L’assegnazione avverrà sulla base di valutazioni pluriennali — almeno cinque anni — e tramite bandi interni che includeranno una prova d’idoneità e una relazione firmata dal diretto superiore.

Commissioni di valutazione più strutturate

La selezione sarà affidata a commissioni composte da sette membri: quattro dirigenti di livello generale della stessa amministrazione, due esperti in valutazione del personale e un presidente esterno. Una composizione che mira a garantire imparzialità e competenza. Il disegno di legge, ora atteso al vaglio del Parlamento, riguarda inizialmente le amministrazioni centrali, ma l’intenzione dichiarata è di estenderne l’applicazione anche agli enti locali.

Uno stimolo alla crescita interna della PA

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In un contesto in cui il riconoscimento del merito è spesso stato invocato ma poco attuato, questa riforma si propone di creare reali opportunità di crescita interna. Superare la logica del concorso esterno come unica via d’accesso alla dirigenza potrebbe rappresentare un incentivo concreto per i dipendenti pubblici a migliorarsi e a investire nelle proprie competenze. Il successo, tuttavia, dipenderà dall’efficacia con cui saranno condotte le valutazioni e dall’imparzialità degli organi preposti. Sarà davvero la volta buona?