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Riforma fiscale 2025: nuove aliquote Irpef e bonus in busta

Riforma fiscale 2025: nuove aliquote Irpef e bonus in busta
Photo by stevepb – Pixabay
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La circolare dell’Agenzia chiarisce le nuove detrazioni e il calcolo semplificato per il bonus cash destinato ai redditi sotto i 20.000 euro.

Riforma fiscale 2025: nuove aliquote Irpef e bonus in busta
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La nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate chiarisce gli effetti concreti della riforma fiscale e della Legge di Bilancio 2025 sulla tassazione in busta paga. Tra conferme e novità, l’obiettivo è alleggerire il prelievo sui redditi più bassi e rendere il sistema più equo.

Le nuove aliquote Irpef e la no tax area allargata

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 4/2025, ha fatto luce sulle modifiche introdotte dal decreto legislativo n. 192/2024 e dalla Legge n. 207/2024. Primo tra tutti, il mantenimento delle aliquote Irpef a tre scaglioni:

  • 23% fino a 28.000 euro,
  • 35% tra 28.000 e 50.000 euro,
  • 43% oltre i 50.000 euro.

È stato eliminato lo scaglione del 25% (15.001–28.000 euro), confluito nel primo livello. Inoltre, viene confermata la no tax area a 8.500 euro anche per i lavoratori dipendenti, uniformandosi così a quella dei pensionati. Questo è reso possibile da una maggiorazione della detrazione per redditi da lavoro dipendente, che sale di 75 euro, arrivando a 1.955 euro annui.

Come chiarito dalla circolare, il reddito complessivo per il calcolo delle detrazioni si determina al netto del reddito dell’abitazione principale e delle relative pertinenze, secondo quanto previsto dal comma 6-bis dell’articolo 13 del TUIR. In sostanza, chi percepisce meno di 8.500 euro all’anno risulta completamente esentato dall’Irpef.

Arriva il bonus cash al posto dello sconto contributivo

Tra le novità più tangibili per il 2025, l’abolizione dello sconto sui contributi INPS viene compensata dall’introduzione di un bonus in busta paga, denominato “bonus cash”. Destinato ai dipendenti con redditi fino a 20.000 euro, questo incentivo non è imponibile ai fini Irpef e si calcola in percentuale sul reddito complessivo:

  • 7,1% fino a 8.500 euro,
  • 5,3% da 8.501 a 15.000 euro,
  • 4,8% da 15.001 a 20.000 euro.

La percentuale va applicata all’intero reddito da lavoro dipendente, teoricamente annualizzato anche in caso di rapporti di lavoro parziali. La somma spettante viene determinata sulla base del reddito teorico annuo, calcolato proporzionando il reddito effettivo ai giorni lavorati.

Per chi percepisce tra 20.000 e 40.000 euro annui, è prevista invece una detrazione aggiuntiva: fino a 1.000 euro per i redditi entro i 32.000 euro, che si riduce progressivamente fino ad azzerarsi a quota 40.000 euro. Anche questa agevolazione è attribuita direttamente dal datore di lavoro, senza necessità di domanda, ma potrà essere recuperata in 10 rate mensili se non spettante in sede di conguaglio.

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Calcolo del reddito complessivo e trattamento fiscale

Il bonus e la detrazione aggiuntiva si basano su un reddito complessivo “riferito”, che include anche quote di reddito agevolato (es. impatriati, ricercatori), ma esclude l’abitazione principale e le sue pertinenze. Il reddito esente influisce però nella determinazione delle soglie per l’applicazione delle percentuali bonus.

La circolare fornisce un esempio pratico. Un lavoratore che ha guadagnato 3.000 euro in due periodi (62 giorni e 30 giorni), ha un reddito teorico annuale pari a 11.902,17 euro. Su questa base si applica il bonus del 5,3%, ottenendo una somma spettante di 159 euro.

Il principio è chiaro: bonus cash per i redditi più bassi, detrazione per i redditi medi, con meccanismi semplificati e automatizzati. Una strategia fiscale che punta a garantire maggiore equità nella tassazione del lavoro dipendente, senza aumentare gli adempimenti a carico del lavoratore.