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Protocollo clima-lavoro: più tutele contro il caldo estremo

Protocollo clima-lavoro: più tutele contro il caldo estremo
Photo by stux – Pixabay
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Previste nuove linee guida su orari, smart working e DPI per proteggere chi lavora all’aperto durante le ondate di calore.

Protocollo clima-lavoro: più tutele contro il caldo estremo
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È stato siglato il Protocollo quadro per fronteggiare i rischi derivanti dalle emergenze climatiche nei luoghi di lavoro. Il documento, sottoscritto nella serata del 2 luglio da Governo e parti sociali, rappresenta il primo strumento organico in Italia per rispondere all’impatto delle temperature estreme sul benessere di chi lavora, in particolare nei settori esposti. Nei prossimi giorni proseguirà la raccolta delle adesioni da parte delle altre organizzazioni coinvolte, in attesa del recepimento ufficiale tramite un decreto ministeriale.

Un nuovo strumento per prevenire infortuni e malattie legate al clima

L’obiettivo del protocollo è duplice: garantire la continuità delle attività produttive e, allo stesso tempo, assicurare condizioni di lavoro salubri e sicure anche durante le fasi più critiche dell’anno. Secondo quanto dichiarato dalla Ministra del Lavoro, Marina Calderone, il documento intende anche valorizzare le iniziative già attivate su base territoriale o settoriale, fornendo un riferimento nazionale per le future decisioni delle amministrazioni locali. Non si tratta di un obbligo normativo per le imprese, ma di un insieme di linee guida condivise per affrontare l’emergenza caldo con maggiore consapevolezza e preparazione.

Dal cambio turni allo smart working: tutte le buone pratiche

Il protocollo elenca una serie di misure organizzative, preventive e protettive, rivolte sia alle aziende che ai dipendenti, con particolare attenzione a chi lavora all’aperto. Tra le principali raccomandazioni:

  • rimodulazione di orari e turni, evitando le ore più calde della giornata;
  • aree ombreggiate o climatizzate nei cantieri o nei luoghi di lavoro esterni;
  • formazione e informazione, con campagne mirate sui rischi climatici;
  • utilizzo di indumenti e DPI adeguati al contesto ambientale;
  • attivazione di sorveglianza sanitaria, in particolare per i soggetti più vulnerabili;
  • ricorso al lavoro agile, dove tecnicamente possibile;
  • programmazione delle ferie nei periodi a rischio;
  • distribuzione di acqua e integratori, per prevenire colpi di calore o disidratazione.

A queste si affiancano gli strumenti già previsti dalla legge, come la cassa integrazione per eventi meteo, attivabile in caso di temperature oltre i 35 gradi, percepiti o reali.

Responsabilità limitate per le imprese e aggiornamento dei piani di sicurezza

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Photo by Peyesces – Pixabay

Il nuovo protocollo prevede anche una tutela per le imprese: in caso di ritardi dovuti a condizioni climatiche eccezionali, queste non saranno ritenute responsabili per il mancato rispetto delle scadenze contrattuali. Un punto cruciale riguarda l’aggiornamento del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), che dovrà includere il rischio microclimatico tra quelli da monitorare. I piani di sicurezza andranno adattati, prevedendo misure mirate per contrastare il caldo, come pause in aree climatizzate o modifiche temporanee all’orario lavorativo.