Lo studio mostra attese divergenti sull’inflazione futura: i giovani sperano in una stabilità, gli anziani temono nuovi rincari generalizzati.

Oltre sei italiani su dieci dichiarano che il proprio reddito non basta a fronteggiare l’aumento generalizzato dei prezzi. Un dato che, preso nel suo complesso, fotografa una realtà preoccupante. Ma è analizzando le differenze tra fasce d’età che emergono dinamiche ancora più significative: tra gli over 55, la percentuale di chi considera inadeguato il proprio reddito sale al 66%. I più giovani, pur non essendo immuni al problema, mostrano maggiore resilienza economica: solo il 51% degli under 35 lamenta un’insufficienza retributiva. In ogni fascia d’età, tuttavia, circa un terzo degli intervistati ritiene adeguata la propria situazione economica, segno che, nonostante le difficoltà, una parte della popolazione riesce a mantenere un fragile equilibrio.
Inflazione percepita: lo sguardo cambia con l’età
Le differenze generazionali si fanno ancora più marcate quando si guarda alla percezione dell’inflazione. Sulle spese essenziali – casa, bollette, carburanti – i giovani rilevano rincari più contenuti (13,6%) rispetto agli adulti (17,6%). Il divario si allarga quando si analizza il settore alimentare: gli under 35 percepiscono un aumento del 9,2%, ben al di sotto del 13,6% segnalato dagli over 55. La disparità si accentua ulteriormente nella sanità: qui, i più anziani avvertono un balzo dei costi del 13%, contro appena il 4,8% indicato dai giovani. Anche cultura e intrattenimento rispecchiano questa polarizzazione: se per gli adulti i rincari raggiungono l’8,4%, i giovani registrano appena l’1,8%. Perché questa discrepanza? Chi sostiene maggiori spese in un ambito specifico tende a percepire più intensamente i relativi aumenti.
Consumi sotto pressione: energia, carburante e abitudini diverse
La percezione dei rincari si traduce in comportamenti di consumo distinti. L’88% degli over 55 dichiara che i costi energetici gravano in modo significativo sul budget mensile, contro il 58% dei giovani. Una differenza che riflette, con ogni probabilità, il peso delle responsabilità familiari e la gestione diretta delle utenze. Sul fronte dei carburanti, però, le differenze si attenuano: tutte le generazioni riconoscono un impatto simile, segno che la mobilità è un’esigenza condivisa. Nei settori non essenziali, emergono invece priorità divergenti: la ristorazione incide maggiormente sui bilanci dei più giovani (22%), mentre adulti e anziani segnalano percentuali più basse. Stessa tendenza per l’abbigliamento, che preoccupa il 19% degli under 35, contro appena il 10% degli over 55.

Inflazione futura: tra paura, cautela e fiducia
Lo studio rivela anche differenze marcate nelle aspettative sull’andamento dei prezzi. Gli over 55, già alle prese con redditi insufficienti, prevedono ulteriori aumenti in tutte le categorie. Gli adulti restano cautamente ottimisti, mentre i giovani guardano avanti con maggiore fiducia, ipotizzando una stabilità dei prezzi nei prossimi sei mesi. Diversa anche la lettura delle cause dell’inflazione: l’82% degli anziani individua nei mercati finanziari una minaccia concreta, contro il 67% dei più giovani. Quanto ai dazi internazionali, il timore è condiviso dal 61% degli over 55 e da appena il 51% degli under 35. È chiaro: più che un dato economico, l’inflazione è uno specchio delle paure e delle speranze che ogni generazione si porta dietro.