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POS non obbligatorio per i tabaccai: la sentenza che cambia le regole sui pagamenti elettronici

POS non obbligatorio per i tabaccai: la sentenza che cambia le regole sui pagamenti elettronici
Photo by AKuptsova – Pixabay
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Una decisione del giudice di pace di Genova tutela i tabaccai dalle commissioni sui prodotti a margine fisso: il POS può essere rifiutato per sigarette e articoli di monopolio.

POS non obbligatorio per i tabaccai: la sentenza che cambia le regole sui pagamenti elettronici
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Un pronunciamento del giudice di pace di Genova sta facendo molto parlare il settore del commercio al dettaglio, e in particolare i tabaccai. Al centro del caso, un tabaccaio genovese sanzionato per aver rifiutato il pagamento con bancomat per un pacchetto di sigarette. La Guardia di Finanza lo aveva multato per violazione dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici, ma il giudice ha ribaltato la situazione: nessuna multa e, di fatto, una nuova interpretazione della norma.

La sentenza non cambia la legge, ma stabilisce un principio che potrebbe avere effetti concreti su scala nazionale: i tabaccai, per alcune categorie di prodotti, non sarebbero obbligati ad accettare pagamenti digitali.

I margini ridotti che giustificano l’esenzione

Secondo quanto emerso nel procedimento, i prodotti del monopolio statale – come sigarette, francobolli e marche da bollo – garantiscono guadagni minimi ai rivenditori, con margini fissati per legge. Accettare pagamenti tramite POS, in questi casi, comporta costi di commissione che possono erodere del tutto l’utile, rendendo la vendita economicamente insostenibile.

Questa è stata la linea difensiva del tabaccaio, accolta dal giudice, che ha ritenuto la multa ingiustificata. Il dispositivo della sentenza evidenzia come l’obbligo generalizzato di usare il POS, in presenza di simili condizioni, possa ledere la sostenibilità dell’attività commerciale.

Una “esenzione di fatto”, ma non per tutti

La normativa che impone l’obbligo di POS per ogni transazione resta pienamente valida. Tuttavia, la decisione del giudice genovese apre la strada a una forma di “esenzione di fatto”, valida in contesti dove si possa dimostrare l’antiprofittabilità legata all’uso del pagamento elettronico.

Non si tratta quindi di un via libera generalizzato per tutti i commercianti, ma di un’interpretazione giurisprudenziale che, caso per caso, potrebbe essere replicata in altri tribunali. I tabaccai, in particolare, trovano in questa sentenza un precedente utile per difendere il diritto a rifiutare il POS sui prodotti soggetti a vincoli statali di prezzo e margine.

Clienti divisi tra diritto e comodità

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Dal punto di vista dei consumatori, le ripercussioni non sono da poco. Se il numero di tabaccai che seguono questa linea dovesse aumentare, potrebbe tornare necessario l’uso del contante per acquistare sigarette, bolli e francobolli. Un passo indietro, secondo alcuni, nella digitalizzazione dei pagamenti.

Per gli esercenti, invece, si tratta di una forma di tutela economica. In un periodo in cui i costi di gestione aumentano, evitare perdite su ogni singola transazione diventa essenziale per la sopravvivenza dell’attività. Il caso di Genova, insomma, riaccende il dibattito tra efficienza digitale e sostenibilità economica.