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Pignoramento pensioni: cosa rischiano davvero i pensionati?

Pignoramento pensioni: cosa rischiano davvero i pensionati?
Photo by SHVETS production – Pexels
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Anche i risparmi su conto corrente possono essere pignorati oltre i 1.614 euro. Ecco come proteggere la propria pensione.

Pignoramento pensioni: cosa rischiano davvero i pensionati?
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L’argomento del pignoramento delle pensioni preoccupa molti pensionati. È importante capire quando l’assegno previdenziale può essere toccato dai creditori, dato che la legge fissa limiti specifici per la sua espropriazione.

Nel mondo delle pensioni, il pignoramento è subordinato al superamento di soglie minime specifiche. Queste soglie vengono regolarmente aggiornate, prendendo in considerazione l’assegno sociale che funge da parametro.

Modifiche legislative e impatti

Fino al 2022, le pensioni erano protette da pignoramenti se non superavano 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Col Decreto Aiuti, pubblicato il 9 agosto 2022, questa soglia è stata elevata a due volte. Cosa significa? Se nel 2025, l’assegno sociale sarà circa 538 euro, nessuna pignorabilità subentrerà finché la pensione non raggiungerà almeno i 1.076 euro.

Una volta superato questo limite, la parte della pensione espropriabile sarà limitata al 20% dell’importo eccedente. Supponiamo che una pensione mensile sia di 1.500 euro; solo 424 euro di questa somma saranno soggetti a pignoramento, ma con un massimo effettivo trattenuto di soli 84 euro al mese, quindi il prelievo rimane comunque limitato.

Pignoramenti su risparmi accumulati

Nel caso i risparmi derivati dalla pensione siano depositati su un conto corrente, la situazione si complica. Il pignoramento può coinvolgere fino al 20% della cifra che supera tre volte l’ammontare dell’assegno sociale; con l’assegno a 538 euro, la somma protetta sale a 1.614 euro. Ad esempio, per un saldo di 5.000 euro, il creditore può reclamare il 20% dell’importo eccedente, vale a dire circa 667 euro.

Occorre prestare attenzione anche ai trattamenti pensionistici integrativi, come le pensioni di reversibilità per parenti prossimi. Queste entrate possono anch’esse essere pignorate totalmente.

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Strategie di difesa legale

Se la richiesta di pignoramento proviene dall’Agenzia delle Entrate, le proporzioni variano leggermente: da un decimo per pensioni fino a 2.500 euro, a un quinto per quelle oltre i 5.000 euro. In ogni caso, se si teme il pignoramento della pensione, una via di difesa è presentare un ricorso in tribunale, dimostrando che la pensione costituisce l’unica fonte di reddito del nucleo familiare, gettando l’intera famiglia in una situazione finanziaria critica se pignorata.

Il processo del pignoramento: tempi e modalità

Il pignoramento non scatta all’improvviso. Di solito, questo avviene quando un debito non è stato saldato e diventa necessario un processo legale. Inizialmente, l’azione giudiziaria porterà a un decreto ingiuntivo. Dopo la notifica, si hanno 40 giorni per opporsi a tale decreto presentando prove o argomentazioni valide.

Qualora non si riesca a fornire una convincente difesa, trascorsi 40 giorni, il creditore può emettere l’atto di precetto che offre ulteriori 10 giorni per saldare il debito. Dopo questo periodo, se ancora nulla è stato risolto, il titolare del debito può avviare il processo di pignoramento entro 90 giorni.

È essenziale comprendere le diverse fasi e i diritti di opposizione disponibili per prevenire un pignoramento indesiderato delle pensioni.