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Pignoramento auto: quando il Fisco può portarti via l’auto

Pignoramento auto: quando il Fisco può portarti via l’auto
Photo by nattanan23 – Pixabay
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Se l’auto è usata per lavoro, la legge prevede tutele parziali che possono limitare l’esecuzione forzata e impedire il sequestro completo.

Pignoramento auto: quando il Fisco può portarti via l’auto
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Cambiare macchina oggi non è più solo una questione di stile, come cantava Gianna Nannini in Latin Lover, ma spesso una necessità che sfuma davanti alle difficoltà economiche. In tempi in cui anche mantenere un’auto diventa un lusso, cresce la preoccupazione per il rischio di pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Un’eventualità che colpisce soprattutto chi si trova a dover fronteggiare debiti pregressi, magari causati da errori involontari o semplici dimenticanze.

Ma davvero il Fisco può arrivare a sottrarre l’unico veicolo in possesso del debitore? La risposta è sì, con delle condizioni. Non esiste una norma che vieti il pignoramento del solo mezzo di proprietà, e dunque l’automobile rientra tra i beni mobili potenzialmente aggredibili. Tuttavia, l’azione esecutiva non è automatica e deve rispettare precisi limiti normativi.

Quando il veicolo è uno strumento di lavoro

La legge prevede delle tutele per chi utilizza l’auto come strumento indispensabile per la propria attività professionale. Come stabilisce l’articolo 515 del Codice di Procedura Civile, gli strumenti necessari all’esercizio di una professione o mestiere possono essere pignorati solo entro un quinto del loro valore e solo se non esistono altri beni utili al soddisfacimento del credito. Questo vale, ad esempio, per un elettricista che utilizza il furgone per lavorare, o per un medico che effettua visite domiciliari.

La tutela, però, ha dei limiti: non si applica alle società né ai casi in cui il capitale impiegato supera il valore del lavoro prestato. In sostanza, il pignoramento dell’auto non è del tutto escluso, ma può essere fortemente ridimensionato quando il veicolo è realmente essenziale all’attività lavorativa.

Fermo amministrativo: un’alternativa al pignoramento

Oltre al pignoramento, l’Agenzia delle Entrate può ricorrere a un altro strumento: il fermo amministrativo. In questo caso l’auto non viene sottratta, ma non può circolare. Una misura meno invasiva, ma comunque limitante, soprattutto per chi dell’auto ha bisogno quotidianamente per lavorare. Anche in questo caso, però, è possibile richiedere la sospensione del fermo se dimostrato che ostacola gravemente l’attività professionale.

Un ulteriore elemento da considerare è il valore dell’auto. Se il mezzo ha scarso valore commerciale, l’Agenzia può decidere di non procedere al pignoramento, considerandolo antieconomico. In questo contesto, il debitore ha la possibilità di tutelarsi anche attraverso la rateizzazione del debito, evitando così misure più drastiche.

Difendersi è possibile: cosa può fare il contribuente

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Chi riceve un avviso di pignoramento o teme un provvedimento simile, non è privo di strumenti per difendersi. Se l’auto è fondamentale per lavorare, è possibile opporsi legalmente al provvedimento o chiedere un piano di rientro del debito. Inoltre, rivolgersi a un commercialista o a un esperto fiscale può offrire indicazioni utili e aggiornate sulla propria situazione.

L’Agenzia delle Entrate, dunque, può intervenire anche sull’unico veicolo posseduto, ma non può farlo in modo indiscriminato. Esistono limiti precisi e margini di tutela per chi si trova in difficoltà economiche e intende regolarizzare la propria posizione.