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Permessi 104 e pensione: i giorni sono considerati lavorativi

Permessi 104 e pensione: i giorni sono considerati lavorativi
Photo by AbsolutVision – Pixabay
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La tutela previdenziale è piena grazie alla contribuzione figurativa, ma per il congedo esiste un tetto massimo annuo da rispettare.

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Chi assiste un familiare con disabilità grave può usufruire, fino a tre giorni al mese, dei permessi retribuiti previsti dalla Legge 104. Ma questi giorni pesano sul calcolo della pensione? La risposta è rassicurante: no. I permessi 104 sono coperti da contribuzione figurativa, il che significa che vengono considerati come giorni lavorativi ai fini previdenziali.

Questo tipo di contribuzione, riconosciuta dall’INPS, consente di maturare regolarmente i contributi richiesti sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata. Nessuna interruzione, nessun rallentamento nel conteggio dell’anzianità contributiva: ogni giorno di permesso viene valorizzato come tempo di lavoro effettivo.

Congedo straordinario: attenzione al limite massimo

Più articolato è il discorso per il congedo straordinario, concesso fino a un massimo di due anni nell’intera carriera lavorativa. Il diritto è riconosciuto ai sensi del D.lgs. 151/2001, come chiarito nella circolare INPS n. 26 del 30 gennaio 2025, e prevede che il lavoratore possa assentarsi per assistere un parente con disabilità grave, ottenendo un’indennità pari all’ultima retribuzione, limitatamente alle voci fisse e continuative.

Anche in questo caso il periodo è coperto da contribuzione figurativa, ma con una soglia economica da non superare. Per l’anno 2025, l’importo massimo annuo coperto da contribuzione è fissato a 57.038 euro. Oltre questo tetto, eventuali eccedenze di stipendio non generano ulteriori contributi validi ai fini pensionistici.

Oltre la soglia: cosa succede?

Se il lavoratore percepisce un reddito annuo superiore al massimale indicato dall’INPS, la parte eccedente non viene conteggiata ai fini previdenziali. In pratica, pur continuando a ricevere l’indennità, solo l’importo entro i limiti stabiliti concorrerà alla formazione dell’assegno pensionistico.

Il massimale viene aggiornato annualmente secondo le variazioni dell’indice ISTAT, e interessa in particolare quei dipendenti pubblici o privati con retribuzioni elevate. È quindi essenziale conoscere il proprio inquadramento retributivo e confrontarlo con i limiti imposti per evitare sorprese.

Dubbi? Meglio informarsi in modo personalizzato

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Ogni situazione lavorativa può nascondere variabili specifiche, per questo è consigliabile rivolgersi a un patronato o a un centro CAF, oppure consultare direttamente il portale dell’INPS. Solo così si potrà avere un quadro preciso degli effetti sulla pensione, tenendo conto del proprio profilo contributivo.

I diritti previsti dalla Legge 104 offrono una tutela importante per chi assiste un familiare fragile, ma è fondamentale capire come questi strumenti interagiscono con la pianificazione previdenziale. Perché prendersi cura degli altri non dovrebbe mai significare rinunciare al proprio futuro.