Home » Normative » Pensioni marzo 2025: aumenti e arretrati per i pensionati

Pensioni marzo 2025: aumenti e arretrati per i pensionati

Pensioni marzo 2025: aumenti e arretrati per i pensionati
Photo by wir_sind_klein – Pixabay
Lettura: 3 minuti

L’Inps conferma il rialzo fino al 2,2% per le pensioni minime e il recupero dello 0,8% sull’inflazione. Ecco tutti i dettagli.

Pensioni marzo 2025: aumenti e arretrati per i pensionati
Photo by wir_sind_klein – Pixabay

A marzo, novità positive per i pensionati: l’Inps annuncia aumenti e arretrati nei pagamenti. Un’occhiata approfondita ai dettagli svela cosa riserva il futuro per chi riceve l’assegno pensionistico.

Il mese di marzo è alle porte e, con esso, giungono notizie promettenti per i pensionati che aspettano il loro assegno dall’Inps. Dopo l’elaborazione dei pagamenti di febbraio, i pensionati dovranno appuntarsi sul calendario le nuove date di versamento: chi riceve l’accredito alle Poste potrà ritirare la pensione il 1 marzo, mentre i correntisti bancari dovranno attendere il 3 marzo. La vera notizia, però, è che il cedolino di marzo si allineerà finalmente alla manovra di bilancio del 2025, portando con sé significativi aggiustamenti economici.

Aumenti e arretrati: un opportuna revisione

Con l’introduzione delle nuove misure economiche, gli assegni pensionistici subiranno un aumento a partire da gennaio di quest’anno. Per chi riceve un trattamento minimo, l’aumento corrisponderà al 2,2%, traducendo in un incremento di 13,27 euro mensili che eleverà l’ammontare complessivo da 603,40 a 616,67 euro. Il documento dell’Inps specifica inoltre che ci sarà un recupero dello 0,8% sull’inflazione, che avverrà senza necessità di conguagli. Un momento da segnare sul calendario per i pensionati: marzo vedrà un assegno più sostanzioso del solito.

Chi beneficerà degli aumenti?

Ma chi esattamente vedrà lievitare il proprio assegno a marzo? Secondo la circolare Inps, l’aumento dello 0,8% coprirà anche le pensioni inferiori o pari a quattro volte il trattamento minimo, fino a un massimo di 2.394,44 euro lordi al mese. Per i pensionati che percepiscono tra quattro e cinque volte il minimo, l’incremento sarà pari al 90% della crescita inflazionistica, ovvero lo 0,72%. Gli assegni superiori a cinque volte il trattamento minimo, fissati a oltre 2.993,06 euro al mese, recupereranno invece il 75% dell’inflazione, equivalenti allo 0,60%. Un passo essenziale per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati, in una congiuntura economica sempre più complessa.

Pensioni marzo 2025: aumenti e arretrati per i pensionati
Photo by sabinevanerp – Pixabay

Rivalutazioni future e requisiti anagrafici

La stessa circolare dell’Inps precisa che la percentuale di rivalutazione per calcolare la perequazione delle pensioni per il 2023 è stata fissata al +5,4% dal 1 gennaio 2024. “Pertanto, nessun conguaglio è dovuto a titolo di rivalutazione per l’anno 2024”, dichiara l’ente, lasciando respirare i pensionati da futuri aggiustamenti. Anche per accedere alla pensione di vecchiaia e all’assegno sociale nel 2025, resta fermo il requisito di 67 anni d’età. Con questo quadro chiaro, ogni pensionato può pianificare con maggiore serenità il proprio budget annuale.

In sintesi, questi aggiustamenti sono una boccata d’aria fresca che arriva a completare l’attuazione delle nuove disposizioni finanziarie. È un piccolo passo per ogni pensionato, ma un grande passo verso una maggiore equità pensionistica. I regolari aggiustamenti assicurano che gli assegni mantengano il loro valore nel tempo, adattandosi alle dinamiche economiche in evoluzione. Un’opportunità tanto attesa, finalmente concreta.