Richiesta possibile solo per invalidi con almeno l’80% e contributi maturati entro il 1995, escluse le categorie autonome e pubbliche.

La pensione di vecchiaia anticipata per invalidità è destinata esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o ai suoi fondi sostitutivi. Fondamentale, però, è che abbiano maturato contributi entro il 31 dicembre 1995. Restano esclusi dalla misura i dipendenti pubblici, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi.
Il requisito principale per accedere a questa forma pensionistica è il riconoscimento di un’invalidità pari o superiore all’80%. A stabilirlo è una valutazione medica condotta dalle commissioni dell’INPS. Questo livello di invalidità certifica una ridotta capacità lavorativa permanente e rappresenta un parametro imprescindibile per avviare la procedura.
I requisiti di età e di contribuzione
Oltre all’invalidità, i richiedenti devono soddisfare determinati requisiti anagrafici e contributivi. Le lavoratrici possono accedere alla pensione anticipata a partire dai 56 anni, mentre per gli uomini l’età minima è di 61 anni. In entrambi i casi, è necessario aver accumulato almeno 20 anni di contributi.
Una volta raggiunti tutti i requisiti richiesti – età, invalidità riconosciuta e contribuzione – il lavoratore può inoltrare la domanda all’INPS. L’istituto, dopo le verifiche mediche e amministrative, avvierà il processo di liquidazione del trattamento pensionistico.
La procedura di accertamento dell’invalidità
Anche in presenza di un riconoscimento di invalidità civile, non è garantito l’accesso automatico alla pensione anticipata. Serve una valutazione ad hoc da parte dell’INPS, che si avvale delle proprie commissioni sanitarie per verificare che il grado di invalidità sia almeno pari all’80%.
Il lavoratore, dopo aver presentato la domanda, viene convocato per una visita medica. Solo se l’esito è favorevole si potrà procedere con l’erogazione del trattamento. L’invalidità civile, dunque, può supportare il processo ma non è sufficiente da sola a determinare il diritto alla prestazione previdenziale.
Quando decorre il trattamento pensionistico

Una volta ottenuto il riconoscimento da parte dell’INPS, la pensione non parte immediatamente. La decorrenza è infatti posticipata di 12 mesi rispetto al momento in cui vengono maturati tutti i requisiti. Si tratta della cosiddetta “finestra mobile”, un intervallo previsto per permettere la gestione tecnica e amministrativa della pratica.
La tempistica varia anche in base alla data di accertamento dell’invalidità. Se l’invalidità è riconosciuta prima del raggiungimento dell’età anagrafica minima, la pensione scatterà dal mese successivo al compimento dell’età, sempre dopo i 12 mesi di finestra. Se invece l’invalidità viene riconosciuta successivamente, il conteggio dei 12 mesi parte dalla data di accertamento sanitario.