Chiarimenti su viaggi, vitto e alloggio e divieto di cumulo tra imposta sostitutiva e bonus per impatriati e ricercatori rientrati.

Con il via libera definitivo della Camera, il decreto sugli acconti Irpef per il 2025 diventa legge, sanando un disallineamento normativo che avrebbe potuto pesare sulle tasche dei contribuenti. La riforma fiscale varata nel 2023 ha introdotto tre aliquote Irpef, ma la legge di bilancio 2025 continuava a basarsi su uno schema superato a quattro scaglioni. Questo avrebbe portato, in assenza di correzioni, a versamenti gonfiati. Il decreto approvato allinea finalmente le regole ai nuovi parametri, evitando esborsi ingiustificati.
Il sistema aggiornato considera le attuali aliquote Irpef, oltre alla detrazione di 1.955 euro per i redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro e al nuovo limite della no tax area fissato a 8.500 euro. Una misura che interessa oltre 2,2 milioni di contribuenti, preservati da versamenti anticipati più onerosi del necessario.
Stop all’aumento dell’Irpef e impatto sui conti pubblici
La riforma garantisce che lavoratori dipendenti e pensionati non dovranno versare acconti maggiorati. Per gli altri contribuenti, gli importi verranno ricalcolati in base alle nuove soglie, con una riduzione proporzionale al reddito. Un intervento atteso da Caf e sindacati, che consente di alleggerire il carico fiscale senza compromettere le entrate dello Stato in modo strutturale.
L’adeguamento, però, non è a costo zero. Per le casse pubbliche, la misura avrà un impatto di 245,5 milioni di euro nel 2025. Una cifra già contabilizzata nel bilancio dello Stato, che originariamente prevedeva il calcolo degli acconti sulle vecchie quattro aliquote.
Proroga delle scadenze fiscali: chi può beneficiare del rinvio
Il Consiglio dei ministri ha approvato anche un secondo decreto che concede più tempo per i versamenti fiscali con scadenza iniziale al 30 giugno. Il saldo 2024 e il primo acconto 2025 potranno essere pagati entro il 21 luglio senza maggiorazioni, oppure tra il 22 luglio e il 20 agosto con un lieve incremento dello 0,4%.
La proroga riguarda i contribuenti in regime forfettario, i soggetti che adottano gli Isa, i contribuenti minimi e coloro che hanno aderito al concordato preventivo biennale. Restano esclusi i titolari di partita Iva in regime ordinario non soggetti agli Isa e chi non ha aderito al concordato. Fuori anche i lavoratori dipendenti e gli altri contribuenti non autonomi. In tutto, il rinvio interessa circa 4,6 milioni di contribuenti.

Tracciabilità e incentivi: le nuove regole nel decreto fiscale
Il decreto introduce inoltre norme di dettaglio su altri fronti fiscali. Viene chiarito l’obbligo di tracciabilità per le spese legate a viaggio, vitto e alloggio, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e ridurre gli abusi.
Importante anche il chiarimento sui regimi agevolativi: l’articolo 6 stabilisce il divieto di cumulo tra l’imposta sostitutiva da 200.000 euro prevista per i redditi esteri dei nuovi residenti e gli incentivi rivolti ai ricercatori rientrati in Italia, nonché quelli dedicati ai lavoratori impatriati. Un passo verso una maggiore coerenza tra le agevolazioni fiscali, che punta a evitare sovrapposizioni e duplicazioni di benefici.