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Nuova proposta: riscatto laurea agevolato per docenti e ATA

Nuova proposta: riscatto laurea agevolato per docenti e ATA
Photo by mamir_k94 – Pixabay
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Iniziativa sostenuta da Anief con oltre 120mila firme per garantire equità e benessere al settore.

Nuova proposta: riscatto laurea agevolato per docenti e ATA
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Riscattare gli anni universitari con una spesa contenuta: è questo l’obiettivo del disegno di legge presentato nei giorni scorsi in Senato, che propone un costo di 900 euro per ogni anno di corso, contro gli oltre 6.000 euro attualmente richiesti. Un cambiamento che, se approvato, consentirebbe a molti lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca di valorizzare il proprio percorso universitario ai fini pensionistici con un investimento massimo di 3.600 euro per una laurea quadriennale.

La proposta legislativa, identificata come Ddl S. 1413, è stata depositata dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia) e si rivolge in modo mirato a insegnanti, personale tecnico-amministrativo e dirigenti scolastici. Attualmente in discussione presso la Commissione Affari sociali del Senato, il provvedimento intende modificare l’articolo 2 del decreto legislativo n. 184 del 1997, rendendo strutturale una forma di riscatto agevolato già prevista in via sperimentale.

Il costo cala, la pensione arriva prima

Dietro la proposta c’è l’iniziativa del sindacato Anief, promotore di una petizione che ha raccolto oltre 120 mila firme. La richiesta è chiara: permettere a chi lavora nel settore scolastico di andare in pensione prima, grazie al riconoscimento agevolato degli anni di studio universitario. Attualmente, per riscattare cinque anni di corso universitario servono più di 30.000 euro. Con la nuova formula, il costo scenderebbe a 4.500 euro, aprendo la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro già a 60 anni, in presenza dei requisiti contributivi previsti per il sistema contributivo puro o per la cosiddetta “quota”.

Questa agevolazione permetterebbe non solo un pensionamento più rapido, ma anche un miglioramento delle condizioni di lavoro del personale scolastico, spesso soggetto a carichi elevati e rischio burnout.

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Come funzionerebbe il nuovo riscatto universitario?

Il fulcro della proposta sta nella revisione dell’aliquota utilizzata per calcolare il costo del riscatto, oggi considerata eccessivamente onerosa per la maggior parte dei lavoratori del comparto. Secondo i dati dell’Inps, un solo anno di università comporta un esborso di oltre 6.000 euro. Il nuovo schema, invece, fisserebbe una tariffa standard di 900 euro per ogni anno di studi, con una spesa complessiva molto più accessibile.

Il disegno di legge mira quindi a rendere il riscatto della laurea uno strumento concreto per valorizzare la carriera formativa, accorciare i tempi verso la pensione e ridurre l’età media del personale nella scuola pubblica. Una misura che, nei piani dei promotori, avrebbe anche un impatto positivo sul ricambio generazionale e sulla qualità del servizio scolastico.

Più contributi, maggiore flessibilità in uscita

In termini pratici, valorizzare gli anni universitari significherebbe aumentare il monte contributivo individuale, rendendo più semplice il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento anticipato o migliorando l’assegno pensionistico. Il beneficio, tuttavia, sarebbe riservato esclusivamente al personale della scuola e della ricerca, rendendo il provvedimento mirato ma potenzialmente limitato.

Secondo i promotori, la misura favorirebbe anche la dignità e il benessere dei lavoratori del settore, spingendo al tempo stesso una maggiore partecipazione alla formazione universitaria post-secondaria. Una proposta che prova a coniugare sostenibilità economica e giustizia sociale in un comparto chiave per il futuro del Paese.