Home » Normative » Numeri da cui non rispondere: l’elenco dei prefissi associati a truffe telefoniche

Numeri da cui non rispondere: l’elenco dei prefissi associati a truffe telefoniche

Numeri da cui non rispondere: l’elenco dei prefissi associati a truffe telefoniche
Photo by rmartinr – Pixabay
Lettura: 3 minuti

Sempre più persone ricevono chiamate o messaggi da numeri internazionali sospetti. E dietro a quei prefissi si nascondono spesso truffe in grado di svuotare conti bancari e prosciugare il credito telefonico.

Numeri da cui non rispondere: l’elenco dei prefissi associati a truffe telefoniche
Photo by rmartinr – Pixabay

Un solo squillo da un numero con prefisso internazionale può nascondere molto più di un errore: potrebbe trattarsi di una truffa. Negli ultimi mesi, sempre più utenti italiani hanno segnalato telefonate e messaggi provenienti da numeri esteri come +44, +218, +255, +370, +60 o +91. A volte si tratta di tentativi di raggiro sofisticati, altre volte di semplici esche che spingono a richiamare numeri a tariffazione speciale.

I prefissi più ricorrenti in questo tipo di truffe includono numerazioni da Sudafrica (+27), Romania (+30), Paesi Bassi (+31), Francia (+33), Spagna (+34), Regno Unito (+44), Germania (+49), Malesia (+60), Indonesia (+62), Vietnam (+84), India (+91), Pakistan (+92), Libia (+218), Mali (+223), Kenya (+254), Portogallo (+351), Irlanda (+353), Lituania (+370) e Cambogia (+855). Ricevere una chiamata da uno di questi prefissi, soprattutto se inattesa, è già un campanello d’allarme.

Le tecniche più usate: dal falso premio al finto colloquio

I truffatori si adattano in fretta e utilizzano strategie differenti per colpire le vittime. Tra le tecniche più comuni c’è la cosiddetta truffa “Wangiri” — una chiamata che squilla solo per un istante, abbastanza da incuriosire chi la riceve e spingerlo a richiamare. Il risultato? Costi altissimi in bolletta o addebiti sul credito.

Ci sono poi i falsi annunci di lavoro: offerte apparentemente vantaggiose che, passo dopo passo, portano a cedere dati personali o documenti, o a pagare una somma “simbolica” per completare una fantomatica candidatura. Non mancano le truffe sentimentali, in cui la vittima viene manipolata emotivamente fino a inviare denaro, spesso per affrontare presunte emergenze.

Anche le promesse di premi e concorsi inesistenti sono all’ordine del giorno: un messaggio che invita a cliccare su un link per ritirare un premio può rivelarsi una trappola per rubare dati sensibili. Infine, c’è il classico falso allarme: una richiesta urgente di pagamento per sbloccare un pacco alla dogana o saldare una bolletta, firmata da un mittente che si finge un ente ufficiale.

Numeri da cui non rispondere: l’elenco dei prefissi associati a truffe telefoniche
Photo by Mariakray – Pixabay

Segnali d’allarme: cosa accomuna tutte queste truffe

A prima vista possono sembrare diverse, ma queste frodi hanno punti in comune ben precisi. Il primo è la pressione psicologica: i truffatori giocano sulla fretta, sull’ansia di perdere qualcosa o sulla paura di incorrere in problemi più grandi. Il secondo elemento ricorrente è la richiesta d’azione immediata: cliccare un link, richiamare, inviare documenti o effettuare un pagamento.

L’obiettivo è sempre lo stesso: ottenere accesso a informazioni personali, ai conti bancari o al portafoglio digitale della vittima. E tutto inizia quasi sempre con un messaggio o una chiamata da un numero internazionale sconosciuto.

Come proteggersi: consigli pratici per non cadere nella trappola

La regola d’oro è semplice: non rispondere mai a chiamate o messaggi da numeri internazionali che non si riconoscono, soprattutto se non si aspettano contatti dall’estero. Se il vostro smartphone lo permette, attivate il filtro anti-spam o le opzioni per bloccare numeri sospetti.

Se ricevete uno squillo da un numero estero, non richiamate. Nel caso di messaggi, invece, bloccare e segnalare il mittente è fondamentale: su WhatsApp, Telegram o altre app, è possibile farlo con pochi tocchi. In nessun caso seguite istruzioni che vi spingono a cliccare su link, scaricare file o fornire dati sensibili.

Riconoscere il pericolo è già metà della difesa: sapere quali prefissi evitare e quali tecniche vengono usate può fare la differenza tra sicurezza e truffa.