L’Antitrust impone rimborsi a migliaia di utenti. Per ottenerli serve inviare reclamo via PEC o raccomandata entro 40 giorni.

Molti clienti del mercato libero dell’energia conoscono bene il meccanismo: si parte con offerte allettanti, spesso con tariffe bloccate per 12 o 24 mesi. Al termine del periodo promozionale, però, le condizioni cambiano drasticamente. E lo fanno in silenzio.
Le nuove tariffe, di solito più elevate, entrano in vigore senza un consenso esplicito. Bastano comunicazioni vaghe via email o lettere poco chiare perché il cliente, ignaro, inizi a pagare di più già dalla tredicesima bolletta. Un rincaro che spesso viene scoperto solo dopo qualche mese, quando i costi cominciano a farsi sentire.
La decisione dell’AGCM: ENEL ha violato la trasparenza informativa
È proprio questo il comportamento finito sotto la lente dell’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Secondo quanto stabilito, ENEL Energia ha apportato modifiche contrattuali tra il 2022 e il 2023, formalmente lecite ma comunicate in modo opaco.
Le informazioni fornite ai clienti – sostiene l’Antitrust – erano poco accessibili e formulate in modo da non permettere una piena comprensione dei cambi tariffari. In alcuni casi, le comunicazioni non sono nemmeno state recapitate. Il risultato? Decine di migliaia di consumatori si sono visti negare il diritto di recesso tempestivo. Una violazione costata a ENEL l’obbligo di risarcire oltre 40.000 utenti.
Rimborsi in arrivo, ma serve presentare domanda
Il rimborso complessivo supererà i 5 milioni di euro, ma non arriverà automaticamente. L’accordo tra ENEL e l’AGCM, infatti, prevede un iter ben preciso: ogni cliente coinvolto dovrà presentare un reclamo formale alla compagnia, utilizzando canali ufficiali come la PEC o la raccomandata A/R.
Chi non riceverà risposta entro 40 giorni potrà rivolgersi all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), avviando una procedura di conciliazione. In alternativa, sarà possibile farsi assistere da associazioni dei consumatori per agevolare il processo. Una via non immediata, ma che potrebbe portare a un risarcimento concreto per chi ha pagato più del dovuto.

Una lezione per il mercato: serve più chiarezza
Questo caso segna un nuovo capitolo nei rapporti tra fornitori e consumatori. L’azione dell’Antitrust lancia un messaggio chiaro: nel mercato libero non c’è spazio per pratiche opache. La trasparenza non è solo un dovere formale, ma una condizione essenziale per garantire una concorrenza leale e tutelare i diritti di chi paga le bollette.