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Maxi detrazione per madri lavoratrici: svolta in arrivo?

Maxi detrazione per madri lavoratrici: svolta in arrivo?
Photo by stevepb – Pixabay
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Il nuovo sistema fiscale prevede detrazioni fino a 17.500 euro per il quarto figlio, superando le agevolazioni standard attuali.

Maxi detrazione per madri lavoratrici: svolta in arrivo?
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Al Ministero dell’Economia e delle Finanze si lavora a una possibile rivoluzione sul fronte delle agevolazioni fiscali per le lavoratrici madri. Tra le ipotesi in discussione, c’è l’introduzione di una nuova maxi detrazione che potrebbe sostituire le attuali agevolazioni individuali. L’obiettivo? Introdurre un meccanismo parametrato al numero di figli e alla composizione del nucleo familiare, per incentivare al tempo stesso natalità e partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Il nuovo sistema, se confermato, cambierebbe radicalmente l’impostazione attuale, garantendo benefici esclusivi alle madri lavoratrici. Solo in caso di loro incapienza, le detrazioni potrebbero essere trasferite ai padri.

Cifre e criteri: la detrazione cresce con il numero di figli

Secondo le prime indiscrezioni riportate da Il Messaggero, la misura allo studio potrebbe prevedere una detrazione di 2.500 euro per il primo figlio, che aumenterebbe progressivamente fino a 17.500 euro per il quarto. Una media che si attesterebbe intorno ai 5.000 euro per figlio, offrendo un supporto economico significativo.

Il principio guida sarebbe quello di superare le detrazioni “standard” oggi applicate anche a uomini single e famiglie senza figli, orientando invece le risorse verso le madri lavoratrici con prole. Un’iniziativa che si inserisce in un piano più ampio di riforma fiscale con ricadute sia economiche che sociali.

Un intervento mirato per rilanciare occupazione femminile e natalità

L’idea è stata ribadita anche dal ministro Giancarlo Giorgetti durante un’audizione alla Camera sulla transizione demografica. “Possono essere previste alcune specifiche detrazioni che indirettamente influenzano l’offerta di lavoro femminile” – ha dichiarato il titolare del MEF. La linea d’azione appare chiara: puntare su strumenti fiscali mirati per favorire la conciliazione tra lavoro e maternità.

Non si tratterebbe di un bonus una tantum, ma di una misura strutturale destinata a ridisegnare il rapporto tra famiglia e fisco, in un Paese dove il tasso di natalità continua a scendere e la partecipazione femminile al lavoro resta al di sotto della media europea.

Coperture e sostenibilità: il nodo delle risorse

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Resta però aperta la questione più delicata: dove trovare le risorse. Dopo la riforma delle detrazioni prevista dalla scorsa Legge di Bilancio, che ha introdotto nuovi limiti di spesa legati al reddito e al numero di figli, ogni ulteriore intervento dovrà tenere conto dei vincoli di bilancio.

Il Governo è già impegnato sul fronte della riduzione dell’IRPEF, in particolare con il taglio del secondo scaglione dal 35% al 33%, un’operazione che assorbe risorse significative. Per questo, l’ipotesi della super detrazione per le madri, seppur strategica, resta al momento in fase esplorativa. La sua attuazione dipenderà dalla sostenibilità economica e dalle priorità fissate nella prossima manovra.