Le distanze tra alberi e confini sono regolamentate e la loro violazione può compromettere il valore e il comfort dell’immobile.

Un immobile con una vista panoramica privilegiata o con ambienti luminosi ha un valore di mercato sensibilmente più alto. Non si tratta solo di una questione estetica: luce e paesaggio incidono sul benessere quotidiano e sull’attrattiva dell’abitazione. Chi non preferirebbe vivere in un ambiente soleggiato, piuttosto che in uno costantemente in ombra? Ecco perché qualsiasi elemento che ostacola la luce naturale o copre il panorama può generare tensioni tra confinanti o all’interno di un condominio.
Un albero che oscura: solo un fastidio estetico?
Non è raro trovarsi di fronte a un problema tanto comune quanto sottovalutato: un albero, magari piantato anni prima dal vicino, cresce a tal punto da limitare la visuale o impedire alla luce di filtrare in casa. Il disagio non è solo visivo. Il Codice Civile prevede infatti delle tutele specifiche: il cosiddetto diritto di veduta, regolato dall’articolo 905, consente al proprietario di un immobile di affacciarsi sul fondo del vicino, a patto che vengano rispettate precise distanze. Le tipologie di veduta ammesse includono:
- diretta, con affaccio frontale;
- obliqua o laterale, con visuale angolata;
- in appiombo, verso il basso.
Se la presenza di un albero limita questa visuale o impedisce l’ingresso della luce, si può richiedere un intervento, ma solo se non sono rispettate le distanze minime di legge, regolate dall’articolo 892.
Distanze legali e diritti da far valere
La normativa stabilisce misure chiare: un albero ad alto fusto deve sorgere ad almeno tre metri dal confine; quelli di altezza media devono rispettare una distanza di 1,5 metri, mentre arbusti e siepi basse devono restare ad almeno 50 centimetri. Una volta verificate queste condizioni, è consigliabile rivolgersi al vicino in modo amichevole, proponendo una potatura. Se il dialogo non porta risultati, si può ricorrere al giudice per chiedere l’intervento forzato e tutelare così il proprio diritto alla veduta e alla luce naturale.
Panorama, confini e convivenza civile

La convivenza tra vicini può diventare complessa, soprattutto quando gli spazi si intrecciano e gli alberi si avvicinano troppo al limite delle proprietà. Nessuno può far crescere indisturbatamente una pianta che invade l’area altrui o lasciare un giardino in stato di abbandono se questo compromette la vivibilità degli spazi comuni. Oltre al diritto di veduta, esiste anche il diritto al panorama, che limita non solo i privati ma anche i costruttori dall’innalzare edifici che possano oscurare una visuale preesistente. Un equilibrio possibile, ma che richiede rispetto reciproco e, in alcuni casi, l’intervento della legge.