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Legge 104: sei giorni al mese se entrambi lavorano

Legge 104: sei giorni al mese se entrambi lavorano
Photo by stevepb – Pixabay
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INPS conferma: i permessi del disabile lavoratore e quelli del familiare si possono sommare se sussistono i requisiti di legge.

Legge 104: sei giorni al mese se entrambi lavorano
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La normativa italiana riconosce a chi lavora il diritto di assentarsi dal proprio impiego per assistere familiari con handicap grave. Si tratta dei cosiddetti permessi 104, previsti dalla Legge 104/1992, che tutelano sia i lavoratori del settore pubblico che di quello privato.

Chi beneficia di questi permessi ha diritto a tre giorni al mese di assenza retribuita, anche frazionabili in ore. Non solo: lo stesso diritto è riconosciuto anche al lavoratore disabile che necessita di prendersi cura della propria salute. Il beneficio è individuale e non si esaurisce in capo a un solo soggetto.

Lavoratore disabile e assistito: si possono cumulare i permessi?

Una domanda ricorrente tra famiglie e lavoratori riguarda la possibilità di sommare i permessi quando il disabile è anch’esso un dipendente. La risposta è sì: è consentito cumulare i tre giorni spettanti al lavoratore disabile con quelli riconosciuti al familiare che presta assistenza.

Pensiamo, ad esempio, a un figlio con disabilità grave che lavora: ha diritto a tre giorni per sé. Il genitore, anch’egli lavoratore, può a sua volta richiedere altri tre giorni per l’assistenza. Il risultato? Un totale di sei giorni di permesso retribuito al mese.

Questo principio è stato chiarito dall’INPS con la circolare n. 39 del 2023, che conferma: il diritto del disabile lavoratore non esclude quello del caregiver, purché sussistano i requisiti previsti dalla legge.

Quando il disabile assiste un altro disabile

C’è un altro caso che rende il tema ancora più complesso: quello del disabile che svolge il ruolo di caregiver per un familiare, anch’egli affetto da disabilità grave. In questa particolare circostanza, il lavoratore può cumulare entrambi i diritti: tre giorni per la propria condizione e tre per l’assistenza al congiunto.

Si tratta di situazioni non rare, in cui la rete familiare si intreccia in modo articolato. La legge, in tal senso, cerca di garantire una copertura equa anche nei contesti più delicati, dove le esigenze sanitarie e assistenziali si moltiplicano.

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Un aiuto concreto all’organizzazione familiare

La possibilità di sommare i permessi ha un impatto diretto sull’organizzazione quotidiana delle famiglie. In contesti dove il carico assistenziale è elevato, poter contare su sei giorni di permesso retribuito al mese rappresenta un sostegno tangibile.

Non si tratta solo di tempo libero dal lavoro, ma di tempo qualificato per l’assistenza, distribuito tra più figure familiari. Questo approccio contribuisce a ridurre la pressione su un singolo caregiver e a garantire una maggiore continuità nelle cure, nelle terapie e negli impegni medici.