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Legge 104: cinque agevolazioni poco conosciute che possono fare la differenza

Legge 104: cinque agevolazioni poco conosciute che possono fare la differenza
Photo by BeatriceBB – Pixabay
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Oltre ai permessi lavorativi, esistono vantaggi fiscali e pratici spesso ignorati che migliorano la vita quotidiana delle persone con disabilità e dei loro caregiver.

Legge 104: cinque agevolazioni poco conosciute che possono fare la differenza
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Molti associano la Legge 104 ai famosi tre giorni mensili di permesso retribuito, ma le sue potenzialità vanno ben oltre. Chi convive con una disabilità, così come chi fornisce assistenza a un familiare, può beneficiare di numerose agevolazioni che alleggeriscono il peso economico e migliorano concretamente la qualità della vita. A partire dal 1º gennaio 2025, sarà l’INPS a occuparsi della valutazione complessiva della disabilità, integrando l’invalidità civile con un approccio bio-psico-sociale. Un cambiamento che punta a semplificare l’accesso ai benefici.

I vantaggi non si limitano alla persona disabile, ma si estendono anche ai familiari conviventi e ai tutori legali, a patto che i beni o i servizi siano destinati esclusivamente alla persona assistita. Tuttavia, molte di queste opportunità restano ancora poco conosciute.

Le cinque agevolazioni che molti trascurano

Tra le misure meno sfruttate spiccano numerosi incentivi legati alla vita domestica e alla mobilità. Ad esempio, è possibile acquistare elettrodomestici come lavatrici, asciugatrici o lavastoviglie con IVA al 4%, a condizione che siano nuovi e ritenuti necessari dalla certificazione medica. Questi dispositivi, se dotati di comandi semplificati, possono facilitare l’autonomia quotidiana.

Non solo: anche climatizzatori intelligenti, ventilatori telecomandati o deumidificatori possono beneficiare di agevolazioni se migliorano il comfort e la gestione dell’ambiente domestico. In presenza della documentazione medica adeguata, è possibile accedere a detrazioni fiscali o IVA agevolata, riducendo i costi per strumenti essenziali alla qualità della vita.

Sconti sui viaggi, vacanze accessibili e supporti tecnologici

Tra i vantaggi più utili ma spesso ignorati ci sono anche riduzioni sui trasporti. La normativa prevede sconti su treni, aerei e altri mezzi pubblici per la persona disabile e, in molti casi, anche per l’accompagnatore. Questo facilita la partecipazione ad attività sociali, visite mediche o momenti di svago, abbattendo barriere ancora troppo diffuse.

Un altro beneficio poco noto riguarda i soggiorni in strutture accessibili: le spese sostenute per vacanze in hotel o villaggi attrezzati, se documentate e legate al benessere della persona con disabilità, possono essere detraibili. Alcune iniziative pubbliche o associative offrono addirittura vacanze a prezzi simbolici, purché si presenti la certificazione prevista dalla legge.

Infine, rientrano tra i benefici anche gli ausili tecnologici per l’autonomia, come sistemi di accesso automatico, dispositivi per la sicurezza personale o strumenti adattati alle esigenze motorie o cognitive. Anche in questo caso, la prescrizione medica è fondamentale per accedere alle agevolazioni.

Requisiti, aggiornamenti normativi e novità giurisprudenziali

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Per ottenere questi vantaggi fiscali, è necessario presentare la certificazione di disabilità rilasciata dalla ASL in base all’articolo 3 della Legge 104, accompagnata da una prescrizione medica e da una dichiarazione sostitutiva che confermi l’uso esclusivo del bene o servizio da parte della persona disabile. In caso di acquisti online, è consigliabile contattare direttamente il venditore per verificare l’applicazione dell’IVA agevolata o delle detrazioni previste.

Negli ultimi anni, la normativa ha subito diverse modifiche. L’ultima revisione significativa è stata approvata il 3 novembre 2023 dal Consiglio dei Ministri e entrerà in vigore nel 2025, centralizzando la valutazione della disabilità presso l’INPS. Anche la giurisprudenza ha ampliato la portata della legge: la Corte di Cassazione ha riconosciuto che i permessi lavorativi possono essere utilizzati anche al di fuori dell’orario di lavoro, a patto che l’assistenza fornita sia concreta, continua e giustificata. Inoltre, è stato confermato che l’uso dei permessi per attività terapeutiche personali da parte del caregiver è pienamente legittimo, a tutela del benessere psicofisico di chi assiste.