Laureati rifiutano impieghi non in linea col titolo di studio: cresce il divario tra aspettative formative e offerte del mercato.

Chi termina l’università, dopo anni tra esami, scadenze e sacrifici, è sempre meno disposto ad accettare lavori mal retribuiti. I neolaureati mostrano una crescente intolleranza verso impieghi che non riflettano il loro percorso di studi, soprattutto quando il ritorno economico non giustifica l’investimento fatto in termini di tempo e denaro.
Eppure, la scelta del percorso universitario resta spesso condizionata proprio da considerazioni economiche. Studiare conviene davvero? E se sì, quali lauree garantiscono i migliori ritorni? Le risposte arrivano dai dati, ma anche da una riflessione più ampia su aspettative e opportunità.
Laurea e guadagno: una questione di tempo
Secondo l’Osservatorio JobPricing, la laurea porta benefici economici concreti, ma diluiti nel tempo. Tra i 25 e i 34 anni, un laureato guadagna in media il 22,6% in più rispetto a chi non ha completato un percorso universitario. Il divario si amplia col passare degli anni: nella fascia 35-44 anni il vantaggio sale al 38%, fino ad arrivare a +79% dopo i 55 anni.
Cristina Polga, orientatrice professionale, spiega: «Chi si forma in ambito ICT ottiene buone retribuzioni fin da subito, anche con titoli triennali o con diplomi ITS. Tuttavia, il salario iniziale non dovrebbe essere l’unico fattore guida nella scelta: serve una visione di lungo periodo».
Nel frattempo, i dati AlmaLaurea mostrano che, a un anno dal conseguimento del titolo, lo stipendio netto medio è di 1.384 euro per i laureati triennali e 1.432 euro per quelli magistrali. Cifre in lieve crescita, ma rese meno significative dall’inflazione, che nel 2023 ha eroso il potere d’acquisto, portando a un calo reale delle retribuzioni (-1,4% per i laureati triennali, -0,5% per quelli magistrali).
Le lauree che fanno guadagnare di più (e quelle meno)
Cinque anni dopo la laurea, alcuni percorsi di studio dimostrano una chiara superiorità in termini di retribuzione media. Secondo AlmaLaurea, le lauree che garantiscono i migliori salari netti mensili sono:
- Informatica e tecnologie ICT: 2.146 €
- Ingegneria industriale e dell’informazione: 2.088 €
- Economia: 1.877 €
- Architettura e ingegneria civile: 1.838 €
- Area medico-sanitaria e farmaceutica: 1.817 €
All’estremo opposto, gli stipendi più bassi si registrano tra:
- Educazione e formazione: 1.412 €
- Psicologia: 1.470 €
- Area umanistica: 1.492 €
- Arte e design: 1.519 €
Interessante notare come alcune lauree, pur partendo da stipendi contenuti, registrino forti incrementi nel tempo: è il caso del comparto educativo, delle scienze motorie, dell’agricoltura e persino della psicologia. A pesare, però, è anche la diffusione del lavoro part-time tra i neolaureati: 18,4% per i triennali, 13,8% per i magistrali.

h2: Opportunità occupazionali: le lauree più “utili”
Se il reddito è un criterio importante, l’occupabilità lo è altrettanto. In questo senso, alcune lauree si confermano vincenti per possibilità di inserimento nel mondo del lavoro:
- Ingegneria industriale e dell’informazione: 94,1%
- Architettura e ingegneria civile: 92,2%
- Area medico-sanitaria e farmaceutica: 91,6%
- Economia: 90,1%
- Informatica e tecnologie ICT: 89,7%
Seguono, con tassi di occupazione comunque elevati, i percorsi scientifici, le scienze motorie, la psicologia e l’educazione. Meno brillanti le performance di arte e design (79,4%) e dell’area umanistica (79,5%).
Nel complesso, il 34,9% dei laureati triennali ottiene un contratto a tempo indeterminato dopo un anno, contro il 26,5% dei laureati magistrali. I contratti a tempo determinato restano diffusi, mentre lo smart working – più frequente tra le professioni intellettuali – coinvolge il 15,7% dei triennali e il 24,9% dei magistrali.
Infine, una riflessione: la scelta della facoltà non dovrebbe mai basarsi solo su dati economici. Come ricorda Polga, «se detesti l’informatica, non reggerai cinque anni in ingegneria informatica, neppure per uno stipendio d’ingresso più alto». Serve una sintesi tra attitudini personali e obiettivi professionali: il vero guadagno inizia da lì.