Home » Normative » La cassazione tutela i diritti delle lavoratrici sposate

La cassazione tutela i diritti delle lavoratrici sposate

La cassazione tutela i diritti delle lavoratrici sposate
Lettura: 3 minuti

La Corte dichiara nullo il licenziamento legato al matrimonio, sottolineando l’importanza di proteggere le lavoratrici nel contesto familiare.

La cassazione tutela i diritti delle lavoratrici sposate
Photo by Matthias_Lemm – Pixabay

Una lavoratrice è stata licenziata dopo aver annunciato la sua prossima unione matrimoniale. La Cassazione ha ribaltato la decisione, sancendo il reintegro e il risarcimento alla donna, evidenziando l’importanza di proteggere i diritti delle lavoratrici nel contesto familiare.Il tema rimane quindi molto caldo: conviene sposarsi, per chi mira ad una carriera nel mondo del lavoro oppure è meglio continuare con la convivenza che non obbliga ad alcuna dichiarazione al proprio datore di lavoro?

La Cassazione si schiera con la lavoratrice

La società che ha deciso di licenziare una dipendente pochi mesi dopo l’annuncio del suo matrimonio si è giustificata sostenendo che l’aveva già assunta mentre conviveva, dunque conoscendo la sua possibilità di maternità. Tuttavia, la Cassazione civile, sezione lavoro, ha confermato una sentenza della Corte d’Appello di Milano, evidenziando che il caso rientra tra i licenziamenti ‘per causa di matrimonio’. La conseguenza? Il licenziamento è stato dichiarato nullo, obbligando la società a reintegrare la lavoratrice e a risarcirla con circa seimila euro per il periodo di mancato impiego. Una questione in cui la sequenza temporale degli eventi risulta cruciale per comprendere l’esito finale.

Decisioni fondate su solide basi costituzionali

L’11 marzo 2019, la lavoratrice informò l’ufficio del personale della sua intenzione di sposarsi il 30 giugno dello stesso anno. La Corte di Cassazione, nel motivare il rigetto del ricorso da parte della società, ha richiamato diversi principi costituzionali riguardanti la protezione della donna, della famiglia e del lavoro. Tuttavia, la sentenza sottolinea che ciò che ha peso è il dato oggettivo della tempistica del licenziamento rispetto alla richiesta di pubblicazioni del matrimonio. Questo elemento, che non è stato messo in discussione, evidenzia come l’oggettività e la cronologia dei fatti prevalgano sulle intenzioni presunte.

La cassazione tutela i diritti delle lavoratrici sposate
Photo by ApexDigitalAgency – Pixabay

La convivenza non giustifica il licenziamento

La difesa patronale aveva argomentato che la maternità della donna poteva comunque essere prevista avendo già una relazione di convivenza. Tuttavia, la legge è chiara e contiene disposizioni specifiche volte a garantire la possibilità per la donna di unire il diritto al lavoro con la propria vita matrimoniale e familiare. Queste misure si radicano su un insieme di principi costituzionali che proteggono la lavoratrice non solo in quanto potenziale genitrice ma come individuo nel suo complesso. La Cassazione ha così ribadito l’importanza di tutelare una scelta di vita significativa come il matrimonio, senza che questo influenzi negativamente la posizione lavorativa di una persona.