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Italia dice basta al “nero”: contanti bloccati in caso di dubbio

Italia dice basta al “nero”: contanti bloccati in caso di dubbio
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Con l’introduzione del decreto, le autorità potranno trattenere i fondi sospetti fino a 90 giorni, aumentando la lotta al riciclaggio e attività illecite.

Italia dice basta al “nero”: contanti bloccati in caso di dubbio
Photo by stux – Pixabay

Il recente decreto legislativo porta cambiamenti significativi nel controllo dei contanti attraversanti i confini italiani, introducendo una regolamentazione più stringente per combattere il riciclaggio di denaro.

Il 2 gennaio 2025 segna una data significativa: l’Italia ha recepito il regolamento (UE) 2018/1672 tramite il decreto legislativo n. 211/2024, pubblicato ufficialmente. Questo provvedimento definisce nuove e rigorose norme sui controlli doganali per il denaro contante e l’oro trasportato attraverso i confini dell’Unione Europea, con applicazione a partire dal 17 gennaio 2025.

Una definizione estesa di contante

Una delle novità principali introdotte dal decreto riguarda l’ampliamento della definizione di “contante”. Si tratta di un passo importante per contrastare efficacemente il riciclaggio di denaro e l’uso illegale di fondi. Ma cosa si intende esattamente per “contante”? L’articolo 2 dello stesso decreto elenca gli elementi che rientrano in questa categoria. Sono incluse non solo le banconote e le monete in circolazione, ma anche quelle che, sebbene non più utilizzate regolarmente, possono ancora essere scambiate attraverso banche centrali. Anche gli strumenti finanziari che consentono al portatore di ricevere denaro senza necessità di identificazione, come assegni turistici, assegni al portatore e vaglia cambiari, rientrano nella definizione.

Ulteriormente, beni come le carte prepagate e alcune riserve liquide di valore figurano nel quadro normativo. È essenziale dichiarare queste tipologie di strumenti in dogana quando il loro valore totale raggiunge o supera i 10.000 euro, per evitare le pesanti conseguenze dettate dalle nuove disposizioni legislative.

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Photo by stevepb – Pixabay

Sanzioni rinnovate per dichiarazioni mancanti o incompiute

Il tema delle sanzioni è centrale nel nuovo decreto, che prevede un inasprimento delle conseguenze per chi non rispetta gli obblighi di dichiarazione doganale. Le sanzioni, che entreranno in vigore a breve, il 17 gennaio 2025, sono state strutturate in due categorie: mancata dichiarazione e dichiarazione inesatta o incompleta. Qual è la differenza tra le due? Nel caso di mancata dichiarazione, se il valore non dichiarato supera di poco la soglia di 10.000 euro, la multa è pari al 15% dell’eccedenza. Questa percentuale cresce fino al 30% se le somme non dichiarate variano tra i 10.000 e i 40.000 euro.

Per quanto riguarda le dichiarazioni inesatte, le penali iniziano dal 10% sulla differenza non dichiarata, fino a raggiungere il 30% per divari superiori a 30.000 euro. Non dimentichiamo le modifiche sui minimi di penalità: una mancata dichiarazione costerà almeno 500 euro, mentre una dichiarazione incompleta comporterà un costo minimo di 300 euro, assicurando che le infrazioni non passino inosservate.

Maggior severità nei controlli doganali

Un ulteriore aspetto innovativo è dato dalla possibilità, per la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, di trattenere i fondi sospetti per un massimo di 30 giorni. Questo periodo di fermo può estendersi fino a 90 giorni in circostanze particolari, se emergeranno elementi che suggeriscono che i fondi provengano da attività illecite. Si tratta di una misura pensata per eccedere la semplice dissuasione, mirata piuttosto a disarmare le reti di riciclaggio ancor prima che le somme illecite possano essere reinvestite.

In sintesi, queste novità normative segnano un cambio di passo deciso nella lotta al riciclaggio di denaro, heightening la prudenza con cui denaro e oro devono essere gestiti ai confini italiani. Sarà interessante osservare l’effettiva efficacia di queste disposizioni nel mitigare le attività illecite a partire dalla loro entrata in vigore.