L’esecutivo valuta una revisione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente per renderlo più equo e rispondere meglio alle reali condizioni dei nuclei familiari.

L’ISEE è lo strumento che consente allo Stato di valutare la capacità economica delle famiglie e, di conseguenza, assegnare bonus, agevolazioni e contributi pubblici. Per ottenerlo, i cittadini devono presentare ogni anno la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), che raccoglie dati su reddito, patrimonio e composizione del nucleo familiare, tramite CAF, Comuni, enti erogatori o il portale Inps.
La certificazione ha validità annuale e determina l’accesso a misure come assegno unico, bonus affitto, agevolazioni sulle bollette e contributi per l’asilo nido. Tuttavia, il Governo Meloni ritiene che l’attuale sistema non rifletta sempre con precisione la reale situazione economica, penalizzando in particolare il ceto medio e creando sovrapposizioni tra le varie forme di sostegno.
Le ipotesi in campo: il nodo della prima casa
Con l’avvicinarsi della Legge di Bilancio, sul tavolo dell’esecutivo ci sono diverse ipotesi di riforma. Il punto più discusso è l’inclusione della prima casa nel calcolo dell’ISEE. Secondo Matteo Salvini, molti nuclei familiari con redditi contenuti risultano esclusi dagli aiuti a causa del valore dell’abitazione di proprietà, che alza artificialmente l’indicatore.
Attualmente, la normativa prevede una parziale esclusione: i primi 52.000 euro di valore IMU non vengono conteggiati, con una maggiorazione di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo. Se si supera questa soglia, si considerano solo i due terzi della parte eccedente. La proposta della Lega punta a escludere completamente la prima casa dal calcolo, mantenendo invece invariato il trattamento per seconde case e altri immobili.

Bonus e agevolazioni: cosa potrebbe cambiare
L’obiettivo del Governo è anche quello di evitare sovrapposizioni tra gli incentivi legati all’ISEE, rendendo più razionale l’intero sistema. Un caso emblematico è il bonus mamme, che prevede un’integrazione di 480 euro netti in busta paga per le lavoratrici con ISEE sotto i 40.000 euro.
Secondo quanto chiarito dall’esecutivo, questo beneficio – così come il bonus nido o il contributo per le nascite – continuerà a non incidere sull’assegno unico e non sarà conteggiato nel reddito ai fini ISEE. Stesso trattamento è previsto per il bonus destinato alle famiglie residenti in zone montane, previsto dalla recente legge sulla montagna.
Novità già attive: le misure a tutela dei piccoli risparmiatori
Oltre alle modifiche in fase di discussione, ci sono già alcuni cambiamenti in vigore. Tra le novità introdotte negli ultimi mesi spicca l’esclusione dal calcolo dell’ISEE di titoli di Stato e strumenti equivalenti, fino a un massimo di 50.000 euro per nucleo familiare.
Questo vale per strumenti come buoni fruttiferi postali, libretti di risparmio e obbligazioni, con l’obiettivo di non penalizzare i piccoli risparmiatori che scelgono forme di investimento a basso rischio. Un primo passo verso una maggiore equità nel sistema, in attesa della riforma più ampia che il Governo intende mettere in campo.