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Identità digitale: perché la CIE può superare lo SPID in Italia

Identità digitale: perché la CIE può superare lo SPID in Italia
Photo by jarmoluk – Pixabay
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La gestione statale della CIE elimina la dipendenza dai provider privati e punta a unificare l’accesso ai portali della PA.

Identità digitale: perché la CIE può superare lo SPID in Italia
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Negli ultimi anni, lo SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale – è diventato parte integrante della quotidianità per milioni di cittadini. Dalla consultazione delle Certificazioni Uniche al controllo dei contributi INPS, passando per le iscrizioni universitarie e le prenotazioni sanitarie, questo strumento ha semplificato l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Non solo per i privati: anche consulenti e professionisti lo hanno adottato per gestire in modo snello e sicuro le pratiche dei loro clienti.

Il funzionamento è semplice: tramite credenziali personali, PIN e password, ogni utente può identificarsi e operare online con enti e istituzioni. Eppure, proprio questo sistema così diffuso potrebbe presto lasciare il posto a un’alternativa già esistente: la Carta di Identità Elettronica, o CIE.

Il piano del governo: un’unica identità digitale

Secondo le ultime indiscrezioni, l’esecutivo sarebbe intenzionato a centralizzare l’accesso ai servizi digitali puntando tutto sulla CIE. L’obiettivo? Semplificare e uniformare il sistema, eliminando la frammentazione attuale. La CIE, infatti, è un documento rilasciato direttamente dallo Stato, a differenza dello SPID, affidato a provider privati.

Molti cittadini già la utilizzano, anche perché – a differenza dello SPID, che oggi è spesso a pagamento – la CIE comporta costi solo all’emissione. Inoltre, le difficoltà iniziali legate all’attivazione e all’uso della carta si stanno progressivamente riducendo. Nel tempo, lo SPID ha mostrato diversi limiti: blocchi frequenti, procedure di riconoscimento complesse, necessità di aggiornare spesso le password. Problemi che ne hanno minato l’affidabilità proprio nei momenti cruciali.

Come funziona la CIE e perché potrebbe sostituire lo SPID

Richiedere la CIE è un’operazione relativamente semplice: ci si reca in Comune, si versa il contributo previsto e si ricevono i codici PIN e PUK per l’attivazione. Una volta completato il processo, si può accedere ai portali pubblici anche tramite un codice inviato via SMS, senza bisogno di dispositivi aggiuntivi o lettori smart card.

Il vantaggio principale della CIE? È gestita interamente dallo Stato, che punta così a ridurre la dipendenza da operatori privati e ad abbattere i costi di gestione. Alcuni provider dello SPID hanno già segnalato perdite economiche nella gestione del servizio, nonostante i costi sostenuti dagli utenti. Inoltre, secondo fonti del settore, mancherebbero all’appello circa 40 milioni di euro promessi dal governo ai gestori SPID, mai effettivamente erogati.

La tecnologia evolve, la CIE si fa strada

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Se nei primi anni la Carta di Identità Elettronica sembrava un progetto macchinoso e poco intuitivo, oggi la situazione è cambiata. Smartphone con tecnologia NFC, siti dedicati all’attivazione e sistemi di accesso semplificati via SMS rendono l’esperienza più accessibile anche agli utenti meno esperti.

Lo SPID, pur avendo rivoluzionato il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione, sembra destinato a lasciare il passo a un modello più sostenibile e centralizzato. La CIE, già obbligatoria come documento identificativo, si propone dunque come alternativa naturale, pronta a garantire continuità e semplicità d’uso per chiunque debba interfacciarsi con i servizi pubblici online.