Un cambio radicale nella filantropia spinto dall’urgenza globale: Gates sfida anche i tagli governativi ai fondi per lo sviluppo.
Bill Gates ha annunciato che nei prossimi vent’anni devolverà alla Gates Foundation, da lui fondata con l’ex moglie Melinda French, una somma di circa 200 miliardi di dollari. Una cifra enorme, pari al 99% del suo attuale patrimonio, che segna una svolta nella storia della filantropia. La fondazione chiuderà i battenti il 31 dicembre 2045, molto prima di quanto stabilito inizialmente: secondo lo statuto originario, la cessazione delle attività era prevista vent’anni dopo la morte del fondatore.
Risorse subito disponibili per affrontare emergenze globali
Gates, oggi sessantanovenne, ha spiegato la scelta con l’urgenza crescente delle sfide globali. “Ci sono troppi problemi urgenti da risolvere perché io trattenga risorse che potrebbero essere usate per aiutare le persone”, ha dichiarato. Con questo gesto, intende non solo intensificare l’impatto diretto della fondazione, ma anche motivare altri filantropi a intervenire con decisione. L’anticipazione della chiusura riflette una nuova visione: agire ora, quando il mondo ne ha più bisogno.
La fondazione più influente del mondo
Fondata nel 2000, la Gates Foundation è diventata la più ricca tra le organizzazioni filantropiche private. Nei primi 25 anni di attività ha erogato finanziamenti per oltre 100 miliardi di dollari. A partire dal 2025, la fondazione opererà con il budget annuale più alto della sua storia: 9 miliardi di dollari da investire entro il 2026. “La filantropia può davvero cambiare il mondo”, ha ribadito Gates, sottolineando il potenziale trasformativo delle iniziative sostenute fino a oggi.
Priorità future e un contesto politico complesso
Le tre aree su cui la fondazione concentrerà le risorse finali sono la riduzione della mortalità infantile, la lotta alle malattie infettive – in particolare poliomielite, morbillo e malaria – e l’istruzione. Si tratta di settori già al centro dell’impegno della fondazione, ma Gates ritiene che oggi esistano strumenti più efficaci per ottenere risultati tangibili in tempi più brevi. Il suo annuncio arriva in un momento in cui numerosi governi, inclusi gli Stati Uniti, stanno riducendo gli aiuti internazionali e i fondi per la ricerca. Ha citato anche Elon Musk, alla guida del cosiddetto “Dipartimento per l’efficienza del governo” (DOGE), per le sue decisioni di tagliare i finanziamenti e chiudere l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID), attiva dal 1961.