Il numero sembrava quello della banca, ma era un inganno. Ecco i consigli per evitare che accada anche a te.

Le truffe bancarie possono lasciare segni profondi e duraturi sulla vita delle loro vittime. L’esperienza devastante di una cittadina della provincia di Padova ne è un chiaro esempio. Ingannata da una coppia di truffatori, si è ritrovata a fronteggiare conseguenze economiche pesanti e prolungate. Ma grazie all’intervento dell’associazione Codici, la sua storia ha trovato un epilogo degno di nota.
La telefonata ingannatrice
Nel tardo pomeriggio del 31 maggio, una donna padovana ha ricevuto una telefonata apparentemente innocua. Sul display del suo cellulare compariva il nome dell’istituto bancario di fiducia, cosa che l’ha immediatamente rassicurata. Un uomo si è spacciato per operatore, conosceva i suoi dati personali e annunciava di aver identificato un pagamento sospetto di 256 euro verso un conto irlandese. Sebbene la cliente negasse di aver mai autorizzato tale transazione, l’interlocutore ha promesso un intervento immediato per bloccare l’operazione. Tuttavia, la comunicazione è improvvisamente terminata.
Il dramma è proseguito con un’altra chiamata nello stesso istante, dal medesimo falso operatore. Quest’ultimo, con toni calmanti, ha suggerito prudenza sugli acquisti online, avvisandola di una ulteriore telefonata dall’Ufficio Antifrodi. Un ordito ingegnoso per creare una trama di fiducia e tranquillità nella vittima.
La trappola si chiude
Poche battute dopo, un’altra voce ha squarciato il silenzio: un operatore apparentemente competente e trasparente contattava la donna dal numero verde della banca. Con tutte le rassicurazioni del caso, incluso un identificativo personale, la invitava ad accedere al sistema di home banking per una verifica essenziale e urgente. Nonostante qualche dubbio iniziale, la paura di una frode già in atto ha spinto la malcapitata a collaborare. E così, i truffatori hanno organizzato il colpo: una presunta scoperta di un prestito istantaneo di ben 28mila euro.
Da lì, una raffica di SMS, perfettamente somiglianti a quelli ufficiali della banca, ha ulteriormente cementato la credibilità del sedicente operatore. Sotto il pressing emotivo e il terrore degli avvenimenti, la cliente ha continuato a seguire tutte le indicazioni, finché ha visto il suo conto prosciugarsi rapidamente, lasciandole solo poche decine di euro.

La luce in fondo al tunnel
Conclusa la tragicomica recita, l’ansia ha spinto la donna a cercare di contattare disperatamente il servizio clienti della banca: telefonate senza risposta e una chat interrotta dalla chiusura del servizio. Solo in seguito ha scoperto, per bocca di un vero operatore, l’amara verità: aveva appena subito una truffa.
Grazie all’intervento dell’associazione Codici, la vittima ha denunciato l’accaduto e contestato le transazioni fraudolente. Quando la banca si è mostrata restia a rispondere, Codici ha intrapreso azioni legali. Alla fine, la banca ha concordato l’annullamento del prestito personale, che avrebbe impegnato la cliente con rate interminabili per un ammontare complessivo di 28mila euro. Tuttavia, nessun rimborso è stato possibile per il secondo bonifico di circa 1.500 euro.
In questa vicenda, il sollievo non è stato totale, ma sufficiente per liberarsi da un debito oneroso. La determinazione di reagire e l’assistenza ricevuta hanno permesso alla vittima di alleggerire un fardello, restituendole una parte di serenità perduta.