Le novità prevedono un allungamento graduale delle rate fino a 120 mesi entro il 2031, offrendo sollievo a chi dimostra gravi difficoltà economiche.
A gennaio 2025 entreranno in vigore nuove disposizioni in merito alle cartelle esattoriali, portando con sé cambiamenti significativi per i contribuenti. Nonostante ciò che normalmente ci si aspetterebbe dai nuovi provvedimenti al passare di un anno, le recenti modifiche normative del governo hanno riservato alcune sorprese.
Sembra non esserci stato spazio per una nuova “rottamazione” delle cartelle nel piano del governo Meloni per il 2024, ma il 2025 potrebbe portare novità interessanti. La Lega di Salvini ha lasciato intendere che proporrà un progetto specifico al riguardo. Nel frattempo, è stata introdotta una importante riforma della riscossione con due pilastri principali: l’eliminazione automatica delle cartelle esattoriali più datate per contribuenti insolvibili e la possibilità di dilazioni più lunghe.
Una svolta nelle dilazioni: nuove opportunità per i debitori
Un cittadino, oppresso da un debito di oltre 20.000 euro e affrontando le difficoltà di un improvviso disoccupazione, si trova ora di fronte a possibilità di dilazione più accessibili. Mentre prima il numero massimo di rate per dilazionare il pagamento di cartelle esattoriali era fissato a 72 (corrispondenti a sei anni), dal 2025 questo massimo si estende a 84 rate, coprendo un periodo di sette anni.
Ma non è tutto: la riforma prefigura ulteriori espansioni graduali del numero di rate possibili. Si passerà a 96 rate entro il biennio 2027-2028 e così via fino a raggiungere le 120 rate per il 2031. Questo cambiamento è particolarmente vantaggioso per coloro che versano in gravi difficoltà economiche e possono dimostrare la propria situazione critica. Chi può accedere a tali benefici deve però essere in grado di fornire un’adeguata documentazione che ne attesti le difficoltà finanziarie.
Pace fiscale estesa: come funzionano le nuove regole
Nelle nuove linee guida sulla riscossione, non tutte le richieste di dilazione vengono accolte, e va rispettato un importo minimo di 50 euro per ogni rata. La decisione finale spetta ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, tuttavia le domande fino a 84 rate solitamente non richiedono documentazione straordinaria. Sarà necessario invece dimostrare gravi difficoltà finanziarie per richiedere fino a 120 rate.
Per chi spinge oltre le 84 rate senza vantaggi economici evidenti, l’Agenzia delle Entrate esige prove dettagliate delle perdite o del ridotto reddito attraverso documentazione precisa. Un’impresa dovrà mostrare i libri contabili, mentre i privati potranno fare riferimento all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) per documentare le proprie difficoltà.
ISEE e rateizzazione: una differenza sostanziale
L’ISEE gioca un ruolo cruciale nelle domande di rateizzazione. Dato che l’ISEE 2025 si riferisce ai redditi del 2023, cambiamenti improvvisi dopo dicembre 2023 potrebbero non riflettersi subito. In tali casi, l’ISEE corrente potrebbe essere lo strumento più adeguato, poiché consente di rappresentare le condizioni economiche più recenti. Si tratta di un documento che molti trovano più accurato per rappresentare una crisi finanziaria reale.
Così, nell’anno venturo, 84 rate saranno ampiamente accessibili, mentre per ottenere le 120 rate bisognerà presentare ulteriore documentazione per dimostrare l’insostenibilità della situazione economica. Dal 2031, invece, le 120 rate potrebbero diventare un’opzione standard indipendentemente dalla condizione economica.