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Esenzione ICI: non serve più la convivenza dell’intero nucleo familiare

Esenzione ICI: non serve più la convivenza dell’intero nucleo familiare
Photo by Yamu_Jay – Pixabay
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Una sentenza della Corte Costituzionale cambia le regole sull’esenzione dell’ICI: d’ora in poi basterà che il contribuente dimori abitualmente nell’abitazione, a prescindere da dove vivano i suoi familiari.

Esenzione ICI: non serve più la convivenza dell’intero nucleo familiare
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L’articolo 8, comma 2 del d.lgs. n. 504/1992 stabiliva che per poter beneficiare dell’esenzione dell’ICI sulla prima casa, era necessario che non solo il contribuente, ma anche l’intero nucleo familiare vi avesse la dimora abituale. Un vincolo che, col passare del tempo, ha generato dubbi e contestazioni, soprattutto in un contesto sociale in cui la coabitazione familiare non è più scontata. Famiglie divise tra diverse città per motivi di lavoro, studio o cura dei parenti anziani erano escluse dal beneficio, pur mantenendo un’unica residenza fiscale.

La svolta della Corte Costituzionale: illegittimo il vincolo familiare

Con la sentenza n. 112/2025, depositata il 18 luglio 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la parte della norma che legava l’esenzione alla convivenza dell’intero nucleo familiare. I giudici hanno ritenuto questa previsione incompatibile con i principi costituzionali di uguaglianza, tutela della famiglia e capacità contributiva. In un contesto sociale in cui i coniugi o i familiari possono vivere in abitazioni separate per motivi non conflittuali, mantenere il requisito della convivenza creava un’ingiustificata disparità di trattamento tra contribuenti nella stessa situazione patrimoniale e fiscale.

Cosa cambia per i contribuenti

La pronuncia ha effetto immediato e rappresenta un cambio di paradigma importante. L’ICI è un’imposta reale, che colpisce il possesso dell’immobile. Tuttavia, l’abitazione principale è esentata perché non rappresenta una fonte di reddito, ma soddisfa un bisogno primario. D’ora in avanti, ai fini dell’esenzione, sarà rilevante solo la dimora abituale del contribuente, senza che sia più necessario verificare la presenza degli altri familiari. Una decisione accolta favorevolmente da chi, fino a oggi, era stato penalizzato dalla rigidità della norma.

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Un allineamento alle nuove dinamiche familiari

Questa decisione si inserisce nel più ampio percorso giurisprudenziale volto ad aggiornare il sistema fiscale alle trasformazioni della società. Già in ambito IMU, le recenti evoluzioni normative hanno riconosciuto la distinzione tra nucleo familiare anagrafico e situazione immobiliare effettiva. In particolare, le separazioni e i divorzi non conflittuali avevano fatto emergere la necessità di interpretazioni più flessibili. Ora la Corte chiarisce che non si può penalizzare chi ha scelto, o è costretto, a vivere separatamente dai propri familiari. Un passo avanti verso un sistema fiscale più equo e coerente con la realtà.