La restituzione sarà graduale: fino a 7 mesi di trattenute sul cedolino per chi ha ricevuto indebitamente le indennità del 2022.

A partire dal cedolino di giugno 2025, l’Inps inizierà a recuperare i bonus erogati per errore a migliaia di pensionati nel 2022. Si tratta di due indennità una tantum — da 200 e 150 euro — concesse in base a limiti di reddito poi risultati non rispettati, secondo i controlli successivi. Il recupero avverrà gradualmente, attraverso una trattenuta mensile di 50 euro sull’assegno pensionistico, che potrà prolungarsi per un massimo di sette mesi, fino a dicembre.
Chi sarà interessato dai tagli sull’assegno
La misura riguarda i pensionati che, nel 2022, hanno ricevuto almeno uno dei due bonus introdotti dal governo Draghi per contrastare l’impennata dei costi energetici. In fase di erogazione, l’Inps si era basata su dati fiscali provvisori relativi al 2021, che sembravano indicare redditi inferiori ai limiti richiesti: 35mila euro per il bonus da 200 euro, 20mila per quello da 150. Ma le verifiche aggiornate, condotte con i dati definitivi, hanno svelato che alcuni beneficiari avevano in realtà superato le soglie, rendendo necessaria la restituzione.
Perché l’errore e come si calcola la restituzione
L’errore non è stato imputabile ai pensionati. Al contrario, l’Inps ha effettuato i calcoli su base provvisoria, come previsto dai decreti Aiuti e Aiuti-ter. Oggi, con i redditi consolidati alla mano, l’Istituto sta procedendo al recupero di quanto versato in eccesso. Per chi deve restituire 200 euro, il taglio da 50 euro durerà quattro mesi; per chi deve restituirne 350, durerà sette mesi. In entrambi i casi, la riduzione scatterà con la mensilità di giugno 2025.

Come verificare se si è soggetti al taglio
Chi è interessato potrebbe aver già ricevuto un avviso da parte dell’Inps, tramite comunicazione online o ricevuta. Tuttavia, è possibile verificare la situazione in autonomia accedendo al proprio cedolino pensione sul sito dell’Inps, usando SPID o CIE. La somma erogata a giugno potrà essere confrontata con quelle precedenti per rilevare eventuali trattenute. Se si sospettano errori nei calcoli, è consigliabile consultare la dichiarazione dei redditi 2022 e, se necessario, rivolgersi a un Caf o patronato per contestare la decurtazione e ottenere un eventuale rimborso.