Il presidente attacca le restrizioni del 2011 e rivendica il diritto a un getto d’acqua forte per l’igiene e la cura personale.

Mentre l’attenzione dei media si concentrava sui nuovi orientamenti della Casa Bianca in materia di dazi, Donald Trump ha riacceso i riflettori su un tema a lui caro: la pressione dell’acqua nelle docce domestiche. Con un ordine esecutivo firmato nella serata di ieri, il presidente ha deciso di smantellare una norma risalente all’era Obama, ristabilendo una definizione più permissiva di “doccia”, in grado di aumentare il flusso d’acqua disponibile, specialmente nei modelli dotati di più ugelli.
L’annuncio: “Basta soffioni deboli”
Il provvedimento, reso noto in un comunicato ufficiale, incarica il segretario all’Energia, Chris Wright, di revocare le restrizioni in vigore dal 2011. Quelle regole limitavano il flusso d’acqua a 2,5 galloni al minuto (circa 9,5 litri) per l’intero impianto doccia, senza eccezioni per i dispositivi multi-getto. “Non più soffioni deboli e inutili”, si legge nella nota diramata dalla Casa Bianca, che celebra la nuova norma come un ritorno al buon senso nella regolazione domestica.
Un gesto simbolico
Per Trump, questa non è una questione tecnica né marginale. Mentre apponeva la sua firma all’ordine esecutivo, ha sottolineato quanto il tema lo coinvolga personalmente. “Mi piace farmi una bella doccia, prendermi cura dei miei bellissimi capelli”, ha affermato davanti ai giornalisti. “Resto sotto l’acqua per 15 minuti prima che si bagnino. Esce una goccia alla volta, è ridicolo”. Il presidente ha spesso criticato la scarsa pressione dell’acqua negli edifici, specialmente nei grattacieli di New York, che a suo dire impedirebbe una corretta igiene e cura dell’aspetto personale.

Un fronte già esplorato durante il primo mandato
Le lamentele di Trump sul tema non sono nuove. Già durante il suo primo mandato aveva puntato il dito contro lavandini, rubinetti e water che, a suo avviso, “non funzionano bene” a causa di normative eccessivamente restrittive. Il nuovo ordine esecutivo si inserisce dunque in una più ampia revisione delle regole ambientali introdotte negli anni precedenti, in nome di una maggiore libertà di scelta per i consumatori e di un ritorno, secondo Trump, a standard più realistici.