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Diritto alla riparazione: più ricambi e manuali chiari

Diritto alla riparazione: più ricambi e manuali chiari
Photo by Militiamobiles – Pixabay
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La direttiva UE punta a frenare i rifiuti elettronici, riducendo sprechi e costi grazie a istruzioni dettagliate e accesso ai pezzi di ricambio.

Diritto alla riparazione: più ricambi e manuali chiari
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Il diritto alla riparazione nasce per rispondere a due problemi diffusi: la difficoltà nel reperire istruzioni tecniche e la scarsità di pezzi di ricambio, spesso volutamente limitata dalle aziende. Una ricerca condotta nel 2019 dalla Fondazione Ellen MacArthur ha stimato che ogni cittadino europeo produce in media 17,7 kg di rifiuti elettronici all’anno, di cui solo il 35% viene riciclato. Questa inefficienza incide fortemente sull’ambiente e sui portafogli: i consumatori europei spendono miliardi di euro ogni anno per sostituire dispositivi che potrebbero essere riparati. La Commissione Europea ha risposto con una serie di misure legate al Green Deal e al Piano d’azione per l’economia circolare, culminate nell’adozione della direttiva sul diritto alla riparazione. L’Italia ha recepito la normativa fissando l’entrata in vigore per giugno 2026.

I due pilastri: istruzioni chiare e ricambi disponibili

Cuore della nuova legge sono due obblighi fondamentali per i produttori. Da un lato, l’obbligo di fornire istruzioni dettagliate per la riparazione, rivolte sia ai consumatori che ai tecnici indipendenti: manuali, schemi elettrici, linee guida per la diagnosi dei guasti. L’obiettivo è rendere la riparazione accessibile anche ai non addetti ai lavori. Dall’altro, la disponibilità garantita di pezzi di ricambio per un periodo minimo dopo l’acquisto del prodotto. La norma vieta le pratiche che bloccano le riparazioni, come i componenti vincolati via software o l’incompatibilità deliberata tra ricambi. Viene inoltre incentivato l’utilizzo di parti compatibili, purché conformi agli standard di sicurezza e prestazione.

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Photo by Maria_Domnina – Pixabay

Vantaggi concreti per cittadini e pianeta

Gli effetti positivi della nuova normativa si preannunciano significativi. Secondo la Commissione Europea, prolungare la vita utile dei prodotti di un solo anno potrebbe far risparmiare fino a 12 miliardi di euro l’anno ai consumatori. A trarne beneficio sarà anche il mercato della riparazione, che potrà diventare più dinamico e competitivo. Sul fronte ambientale, l’impatto è altrettanto evidente: meno rifiuti, meno emissioni. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima che estendere la durata dei prodotti di cinque anni potrebbe ridurre le emissioni di carbonio del 20-30%, grazie alla minore necessità di produrre nuovi articoli e gestire i rifiuti. Un piccolo gesto – riparare anziché sostituire – che può contribuire a un cambiamento profondo e duraturo.