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Dipendenti pubblici: anticipo TFR in discussione

Dipendenti pubblici: anticipo TFR in discussione
Photo by MatthiasSchild – Pixabay
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Il governo valuta nuove politiche retributive. Attendiamo impatti sul bilancio e vantaggi per l’equiparazione tra settore pubblico e privato.

Dipendenti pubblici: anticipo TFR in discussione
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L’accesso anticipato al Trattamento di Fine Rapporto, finora riservato ai lavoratori del settore privato, potrebbe presto divenire una realtà anche per il pubblico impiego. Questa iniziativa, promossa dal Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, apre nuovi scenari nella gestione delle politiche retributive per i dipendenti statali.

Attenzione alla disparità: un problema annoso

Il contrasto tra il trattamento riservato ai dipendenti pubblici e quelli privati sembra destinato a essere al centro dell’attenzione governativa nei prossimi mesi. Al momento, infatti, solamente chi lavora nel settore privato ha la possibilità di accedere in via anticipata a una porzione del proprio TFR – una somma accantonata nella retribuzione annua che, al termine del servizio, deve essere restituita. Questo è regolato dall’articolo 2120 del codice civile, che permette tale anticipazione solo per valide e rilevanti giustificazioni. D’altro canto, il DPCM del 20 dicembre 1999 rappresenta uno scoglio invalicabile per gli statali, negando loro simili agevolazioni. Durigon, durante un’interrogazione alla Camera, ha commentato sulla situazione, mettendo in luce la necessità di uniformare le norme che sovrintendono al lavoro nei due settori.

Prospettive di cambiamento: governo in movimento

Recentemente, Durigon ha annunciato l’avvio di consultazioni con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per trovare una copertura economica adeguata a tale modifica legislativa. “La questione merita attenzione anche in ottica di armonizzazione della normativa che disciplina i rapporti di lavoro pubblici e privati ma dovrà tenere conto degli impatti sulla finanza pubblica,” ha dichiarato Durigon, suggerendo un interesse concreto del governo a risolvere questa incongruenza. L’obiettivo sembra quello di garantire che anche i dipendenti pubblici possano, a loro volta, richiedere anticipi basati su comprovati motivi personali o familiari. Tuttavia, il cammino verso l’approvazione è irto di ostacoli, data la necessità di evitare ripercussioni negative sul bilancio dello Stato.

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Il meccanismo dell’anticipo TFR: come funziona

Perché questo affascina così tanti? Nell’attuale sistema, i dipendenti del settore privato possono chiedere in advance il TFR dopo almeno otto anni di servizio presso la stessa azienda. Tale richiesta si basa su specifiche necessità: finanziare l’acquisto della prima casa, coprire spese sanitarie significative, o sostenere costi durante particolari periodi di congedo. È un’opportunità unica, usufruibile una sola volta nel corso della carriera con un datore di lavoro, e varia a seconda del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) applicato. Chiaramente, lavoratori delle aziende in CIGS non possono accedere a tale privilegio. Il datore di lavoro, una volta erogata la somma anticipata, non avrà ulteriori obblighi per quella parte del TFR.