Versamenti in contanti o causali ambigue attirano l’attenzione del Fisco: documentare bene protegge da accertamenti e sanzioni.

I legami familiari e le amicizie più sincere rappresentano spesso una rete di protezione nei momenti difficili. Che si tratti di un genitore che aiuta un figlio a comprare casa o di un nonno che regala una somma al nipote per l’auto, questi gesti sono espressione di generosità e amore. Ma nonostante le buone intenzioni, la legge richiede attenzione: i trasferimenti di denaro possono infatti finire nel mirino del Fisco se non accompagnati da una documentazione adeguata.
Bonifici sotto controllo: la presunzione fiscale
Ogni movimento sul conto corrente, in entrata o in uscita, può essere oggetto di verifica fiscale. In particolare, i bonifici tra amici o familiari non sono esenti da controlli. Secondo quanto riportato da Fisco Oggi, in assenza di prove chiare, le somme ricevute possono essere considerate redditi non dichiarati:
“Le somme accreditate dal padre sul conto corrente del figlio si presumono redditi non dichiarati, se il contribuente non fornisce la prova che tali movimenti bancari siano fiscalmente irrilevanti.”
La giurisprudenza, tuttavia, tiene conto del contesto: trasferimenti di denaro tra persone legate da rapporti affettivi possono essere riconosciuti come donazioni, purché non sussistano elementi che li riconducano a entrate imponibili.
Una sentenza che fa chiarezza
Un recente pronunciamento ha acceso i riflettori su questo tema. Con la sentenza n. 4378 del dicembre 2024, la Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Puglia ha stabilito che i bonifici provenienti da familiari non assumono automaticamente rilevanza reddituale. L’onere della prova, però, può spostarsi sull’Amministrazione, qualora vi siano sospetti di operazioni legate ad attività imponibili. In altre parole, non basta il legame affettivo per escludere l’attenzione del Fisco: serve documentazione chiara.

L’importanza della causale e dei documenti
Per evitare problemi, è fondamentale indicare con precisione la causale del bonifico: espressioni generiche o omesse possono creare ambiguità. Scrivere “donazione” o “regalo” aiuta a chiarire l’intento del trasferimento. In caso di somme elevate, ancora più attenzione è richiesta. Il versamento in contanti, ad esempio, se poi depositato su un conto corrente, può sollevare sospetti. In questi casi, è consigliabile redigere un atto formale di donazione e registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate. Sono accorgimenti semplici, ma decisivi per prevenire accertamenti e tutelarsi da spiacevoli sorprese future.