Dal 25 dicembre parte il nuovo Conto Termico: sostegni economici per privati, imprese e pubblica amministrazione. Nessun vincolo di reddito e tempi più rapidi di erogazione.

Con il decreto del 7 agosto 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 settembre, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha aggiornato la disciplina degli incentivi dedicati agli interventi di piccole dimensioni per l’efficienza energetica e la produzione di calore da fonti rinnovabili. Il nuovo Conto Termico 3.0 entrerà ufficialmente in vigore dal 25 dicembre 2025, con una dotazione annua di 900 milioni di euro, di cui 400 destinati alla Pubblica Amministrazione.
Prima di accedere agli incentivi, sarà necessario attendere la pubblicazione delle nuove regole applicative, attese entro due mesi dall’entrata in vigore. Queste norme definiranno nel dettaglio le modalità di presentazione delle domande, aggiornando i meccanismi già esistenti.
Maggiore convenienza rispetto ai bonus casa
Il nuovo Conto Termico rappresenta, in molte situazioni, un’opzione più vantaggiosa rispetto ai tradizionali bonus edilizi. Mentre dal 2026 le detrazioni per l’efficienza energetica si ridurranno al 36% per le prime case e al 30% per le seconde, con rientri fiscali in dieci anni, il Conto Termico potrà offrire contributi fino al 65% delle spese sostenute, anche se con soglie variabili in base all’intervento.
Non solo: nessuna differenza tra prime e seconde case e assenza di limiti di reddito rendono la misura più accessibile. Inoltre, trattandosi di un contributo diretto erogato sul conto corrente, non richiede capienza fiscale, superando uno degli ostacoli più frequenti dei bonus tradizionali.

Tempistiche snelle e calcolo personalizzato
Uno dei punti di forza della versione 3.0 è l’erogazione più rapida. Per importi fino a 15.000 euro, il contributo arriverà in un’unica tranche, rispetto ai precedenti 5.000 euro. Oltre questa soglia, si passerà a un sistema di rateizzazione fino a cinque tranche complessive.
Il calcolo dell’incentivo non è fisso come nei bonus casa, ma avviene attraverso una formula che considera diversi fattori, tra cui l’efficienza dell’impianto installato, la sua potenza e la zona climatica in cui si trova l’immobile. La domanda si presenta al Gse, anche con il supporto di rivenditori o progettisti, e i prodotti prequalificati permettono iter semplificati.
Interventi coperti e beneficiari
Il decreto elenca nel dettaglio gli interventi ammissibili, che variano in base al tipo di soggetto richiedente. I privati potranno richiedere incentivi per la sostituzione degli impianti con pompe di calore, sistemi ibridi, biomasse, solare termico, o per passare a scaldacqua a pompa di calore e teleriscaldamento efficiente.
Le pubbliche amministrazioni e le imprese avranno accesso a un ventaglio più ampio di possibilità: dal cappotto termico alla sostituzione di infissi, fino a colonnine di ricarica e pannelli fotovoltaici con accumulo. Un occhio di riguardo è riservato ai Comuni sotto i 15.000 abitanti, scuole e ospedali, per cui il contributo potrà arrivare fino al 100% delle spese. Le modalità di accesso restano flessibili: partecipazione diretta, prenotazione anticipata o collaborazione con ESCO e comunità energetiche.