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Conti online esteri: rischi fiscali e sanzioni da evitare

Conti online esteri: rischi fiscali e sanzioni da evitare
Photo by JesusManuel1 – Pixabay
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Molti ignorano l’obbligo di dichiarazione nel Quadro RW e rischiano multe salate dall’Agenzia delle Entrate per omissioni o errori.

Conti online esteri: rischi fiscali e sanzioni da evitare
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L’utilizzo di conti correnti e carte online intestati a istituti esteri, ma distribuiti anche in Italia, è diventato un fenomeno in crescita. Questi strumenti appaiono convenienti e spesso indistinguibili da quelli italiani, ma comportano obblighi fiscali precisi. Chi ne fa uso potrebbe non sapere che è tenuto a indicarne l’esistenza nel quadro RW della dichiarazione dei redditi.
Inoltre, può essere necessario versare l’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all’Estero), simile all’imposta di bollo applicata ai conti italiani, oltre a dover dichiarare eventuali interessi o rendimenti maturati. La mancata osservanza di tali obblighi può tradursi in sanzioni pesanti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Quadro RW: chi deve compilarlo e quando

Per capire se e quando dichiarare un conto o una carta estera, è utile partire da un primo controllo: l’IBAN. Se il codice inizia con una sigla diversa da “IT”, con buona probabilità si tratta di un conto estero.
Secondo le norme sul monitoraggio fiscale, il quadro RW deve essere compilato da chiunque detenga all’estero investimenti o attività finanziarie, compresi conti correnti, carte con IBAN estero e persino criptovalute.
Il monitoraggio diventa obbligatorio anche solo per un giorno di superamento della soglia di 15.000 euro di giacenza. Per l’IVAFE, invece, è sufficiente che la giacenza media annua superi i 5.000 euro. In quest’ultimo caso, l’imposta fissa è di 34,20 euro.

Occhio alle criptovalute e agli altri investimenti esteri

Molti utenti non sono a conoscenza del fatto che il quadro RW deve essere compilato anche per le cripto-attività, indipendentemente dalla loro origine o modalità di detenzione.
Come specificato nelle istruzioni ministeriali, devono essere dichiarate tutte le attività finanziarie detenute all’estero “a titolo di proprietà o di altro diritto reale”, incluse quelle digitali.
Tuttavia, se nel corso dell’anno il valore massimo detenuto sui conti esteri non supera i 15.000 euro, non si è tenuti al monitoraggio. Resta comunque l’obbligo di dichiarare l’IVAFE se la giacenza media supera la soglia dei 5.000 euro.

Quali altri quadri compilare oltre all’RW

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La dichiarazione dei redditi non si ferma al solo quadro RW quando si parla di conti esteri. In presenza di rendimenti, investimenti o attività di trading, entrano in gioco altri tre quadri:

  • Quadro RL, dove si indicano i redditi diversi;
  • Quadro RM, per i redditi soggetti a tassazione separata e imposta sostitutiva;
  • Quadro RT, riservato alle plusvalenze finanziarie.

Chiunque operi con valute digitali, investa all’estero o ottenga interessi su giacenze, deve tenere conto di queste sezioni. È consigliabile consultare approfondimenti dedicati o un consulente fiscale per non incorrere in omissioni costose.