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Conti correnti, le banche non potranno più rifiutare l’apertura: verso un diritto universale

Conti correnti, le banche non potranno più rifiutare l’apertura: verso un diritto universale
Photo by TheDigitalWay – Pixabay
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Addio ai conti rifiutati senza spiegazioni. La Camera ha approvato una proposta di legge che obbliga le banche ad aprire un conto corrente a chiunque ne faccia richiesta, salvo i casi legati all’antiriciclaggio o al finanziamento del terrorismo.

Conti correnti, le banche non potranno più rifiutare l’apertura: verso un diritto universale
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Il testo approvato stabilisce che, fatte salve le norme nazionali ed europee contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, nessuna banca potrà più rifiutare l’apertura di un conto corrente senza giustificato motivo. L’istituto dovrà comunicare per iscritto, entro dieci giorni dalla richiesta, eventuali dinieghi legati alle normative antiriciclaggio. Non solo: le banche non potranno più chiudere unilateralmente un conto con saldo attivo, salvo i medesimi motivi normativi. Una risposta concreta alle numerose segnalazioni di cittadini che si sono visti chiudere il conto senza preavviso, restando privi di un servizio essenziale come l’accredito dello stipendio o la domiciliazione delle bollette.

Reazioni politiche: “Una battaglia di civiltà”

Tra i sostenitori della norma, il vicepremier Matteo Salvini ha rivendicato la misura come “una vittoria della Lega a tutela dei cittadini in difficoltà”. Mauro Del Barba, deputato di Italia Viva, ha sottolineato l’equilibrio introdotto tra cittadini e sistema bancario: “Il testo obbliga le banche a motivare il rifiuto o la chiusura di un conto. Così si limita l’arbitrarietà e si rafforza il diritto al ricorso”. Toni Ricciardi (PD) ha definito la misura “un obbligo di civiltà che restituisce dignità a chi finora veniva escluso per motivi poco chiari”, ricordando i tempi in cui “per avere un conto serviva l’amico giusto”.

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L’Abi contesta: “Scelta sbagliata, si viola la libertà contrattuale”

Non sono mancate le critiche da parte dell’Associazione Bancaria Italiana, secondo cui la misura interviene su un problema che “non ha carattere sistemico”. Per l’Abi, modificare il Codice civile in questo modo rappresenta una violazione della libertà contrattuale riconosciuta dall’ordinamento, e rischia di generare uno scollamento rispetto alla normativa europea in materia di rapporti bancari. Il dibattito resta aperto, ma l’intento del legislatore è chiaro: tutelare il diritto al conto corrente come strumento fondamentale per l’inclusione economica.