Il termine per accedere alla misura fiscale è fissato a martedì 30 settembre, insieme alla scadenza del modello 730. Ecco chi può beneficiarne e in che modo.

Il tempo stringe per chi intende aderire al concordato preventivo biennale 2025: la finestra utile per presentare domanda si chiuderà martedì 30 settembre, data che coincide con la consegna del modello 730 per la dichiarazione dei redditi. Riproposta dopo il debutto dello scorso anno, la misura è rivolta alle partite Iva che rispettano determinati requisiti. Restano esclusi i contribuenti in regime forfettario, chi ha già aderito al concordato per il biennio 2024-2025 e chi supera la soglia di fatturato di 5.164.569 euro annui. L’Agenzia delle Entrate ha iniziato a inviare comunicazioni ai potenziali destinatari, ma la finestra utile per aderire sta per chiudersi.
Come funziona il concordato: vantaggi e condizioni
Il cuore della misura è semplice quanto strategico: chi accetta la proposta del Fisco si impegna a versare, per due anni, un’imposta fissa calcolata in anticipo, indipendentemente dal reddito effettivo incassato nel periodo. Anche se l’attività produce più del previsto, l’importo da versare non cambia. In cambio, si ottiene una tregua dai controlli fiscali relativi a quegli anni. Il calcolo parte da una stima dell’Agenzia delle Entrate, che, sulla base dei dati disponibili, propone un reddito presunto su cui calcolare l’imposta. Se la proposta viene rifiutata, il contribuente continuerà a pagare secondo le regole ordinarie, rinunciando ai benefici accessori.
Fisco più morbido con chi è “affidabile”
Uno degli elementi chiave del concordato è il punteggio Isa (Indice sintetico di affidabilità), che influisce direttamente sul trattamento fiscale. I contribuenti con un Isa elevato, pari ad almeno 8, vengono premiati: le stime sul reddito tendono a restare più contenute e le aliquote sulle eventuali differenze rispetto all’anno precedente risultano più favorevoli. Un esempio pratico? Se un lavoratore autonomo ha dichiarato 20.000 euro lo scorso anno e viene stimato a 25.000 euro per il 2025, pagherà solo il 10% sui 5.000 euro di differenza. Diversa la situazione per chi ha un Isa basso: il Fisco tende a ipotizzare incassi maggiori e ad applicare una tassazione più alta, anche fino al 15%.

Ravvedimento operoso e sanatoria debiti: opportunità aggiuntive
Oltre all’imposta concordata e alla sospensione dei controlli, chi sceglie di aderire potrà sfruttare il ravvedimento operoso: una forma di regolarizzazione agevolata per i debiti fiscali accumulati tra il 2019 e il 2023. Si tratta di una sanatoria che consente di rientrare in regola con uno sconto sulle sanzioni e sugli interessi dovuti. I termini per decidere se accedere a questa ulteriore opportunità restano aperti fino al 15 marzo 2026. Un’occasione utile, in particolare per chi ha pendenze pregresse e intende mettersi in regola approfittando di condizioni favorevoli.