Le famiglie con figli minori avranno priorità, ma la disponibilità dipenderà dai Comuni: distribuzione limitata sul territorio.

Nonostante la conferma ufficiale nella Legge di Bilancio, la Carta “Dedicata a Te” per il 2025 resta ancora bloccata in fase di attuazione. Il decreto che dovrebbe definire tempi e modalità non è stato ancora pubblicato, lasciando migliaia di famiglie nell’incertezza. L’agevolazione, che lo scorso anno ha previsto una ricarica da 500 euro per l’acquisto di beni di prima necessità, è dunque sospesa in attesa delle istruzioni operative. Intanto, capire i requisiti previsti dalla normativa può aiutare a prepararsi in anticipo.
ISEE sotto i 15.000 euro: primo requisito da rispettare
Per accedere alla Carta “Dedicata a Te”, il parametro chiave resta l’ISEE: il valore non deve superare i 15.000 euro. Le famiglie interessate devono presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), o in alternativa verificarne l’aggiornamento, affinché l’INPS possa inserirle nella platea dei potenziali beneficiari. Proprio l’INPS, seguendo le modalità già sperimentate, invierà l’elenco dei nuclei ammissibili ai Comuni, che procederanno con le verifiche e con il passaggio successivo verso Poste Italiane per la distribuzione delle carte.
Criteri di priorità e distribuzione sul territorio
Un ISEE basso, però, non basta. La graduatoria viene stilata secondo criteri di priorità: nel 2024, ad esempio, le famiglie con minori nati entro il 31 dicembre 2010 hanno avuto precedenza, seguite da quelle con figli nati entro il 2006, e infine dalle altre. In caso di condizioni identiche, prevale sempre il nucleo con l’ISEE più basso. Tuttavia, ogni Comune riceve un numero limitato di carte, il che significa che, a parità di requisiti, alcune famiglie possono ricevere il bonus mentre altre no. La distribuzione è quindi legata anche alla geografia e alla disponibilità locale.
Chi resta escluso dal beneficio

Non tutte le famiglie con basso reddito hanno diritto alla Carta “Dedicata a Te”. Sono escluse, ad esempio, quelle che già percepiscono altri sostegni economici, come l’Assegno di inclusione o la Carta Acquisti. Inoltre, non possono beneficiare del bonus i nuclei familiari con almeno un componente che riceve indennità legate alla disoccupazione, come NASpI, DIS-COLL, CIG o altri strumenti simili. Finché non verrà pubblicato il decreto attuativo, ogni dettaglio resta provvisorio, ma queste esclusioni sono state confermate nei precedenti provvedimenti e con ogni probabilità resteranno invariate.