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Caldaie a gas, l’Ue frena sul divieto dal 2029: più tempo alla transizione energetica

Caldaie a gas, l’Ue frena sul divieto dal 2029: più tempo alla transizione energetica
Photo by jarmoluk – Pixabay
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Bruxelles rivede il Regolamento Ecodesign e allenta gli standard: cambia la rotta sulla decarbonizzazione degli edifici.

Caldaie a gas, l’Ue frena sul divieto dal 2029: più tempo alla transizione energetica
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Doveva essere un punto fermo nella strategia europea per il clima: dire addio alle caldaie a gas entro il 2029. Invece, il divieto rischia di essere archiviato. La Commissione europea ha messo in consultazione una bozza di revisione del Regolamento Ecodesign (813/2013) che elimina gli standard di efficienza originariamente previsti, quelli che avrebbero reso impossibile immettere sul mercato caldaie alimentate a gas. Una scelta maturata dopo mesi di pressioni da parte dei produttori e di alcuni governi, che temono contraccolpi su consumatori e filiere produttive.

La conseguenza? Un possibile rallentamento nella corsa verso edifici a basse emissioni. Per i cittadini, invece, si apre una fase di incertezza: meno chiarezza sugli incentivi, più dubbi sui costi futuri e un percorso verso il riscaldamento sostenibile che si fa più tortuoso.

L’iter europeo si rimescola: ritorno a una linea più morbida

Solo due anni fa, la bozza del nuovo Regolamento Ecodesign sembrava segnare una svolta: fissava parametri così severi da escludere di fatto tutte le caldaie a gas dal 2029. Ma quella linea, accolta con forte opposizione dall’industria e da vari Stati membri, è stata accantonata. Ora, con l’insediamento della nuova Commissione, il testo è tornato in gioco ma con toni decisamente più concilianti.

I nuovi standard tecnici proposti sono meno stringenti e permetterebbero ancora la vendita di caldaie a condensazione e perfino di alcuni modelli tradizionali. Il risultato? Una transizione affidata non più a un divieto netto, ma ad altri strumenti: incentivi, normative nazionali e misure previste dalla direttiva “Case green”, che impone lo stop alle nuove installazioni di caldaie a gas solo dal 2040 e solo negli edifici nuovi o ristrutturati.

In Italia, intanto, qualcosa è già cambiato: dal 1° gennaio 2025 non sono più previsti incentivi fiscali per l’installazione di caldaie a gas. Un segnale che va in direzione opposta rispetto alla frenata europea.

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Che cosa cambia per chi ha una caldaia a gas

Nessun obbligo immediato per chi già possiede una caldaia a gas: potrà continuare a utilizzarla. Il divieto in discussione riguarderebbe solo le nuove installazioni, e comunque non prima del 2040. Tuttavia, con la fine degli incentivi dal 2025, cambiano i conti per chi pensa di installarne una nuova. Le alternative ecologiche — come pompe di calore, impianti ibridi o soluzioni basate su fonti rinnovabili — diventano più interessanti anche sul piano economico, specialmente se sostenute da bonus e agevolazioni.

Chi si trova a scegliere oggi un nuovo sistema di riscaldamento dovrà valutare con attenzione: il costo iniziale delle tecnologie più sostenibili è spesso più elevato, e richiede verifiche sulle caratteristiche dell’immobile. Ma in prospettiva, potrebbero offrire maggiore stabilità normativa e risparmi sul lungo periodo.

Transizione disomogenea e incertezza per i consumatori

La retromarcia dell’Europa su una delle scadenze più simboliche della decarbonizzazione rischia di creare confusione. L’assenza di una regola chiara rende più difficile per i consumatori orientarsi: meglio cambiare ora? Aspettare nuovi incentivi? Oppure continuare con il gas?

Le tecnologie green avanzano, ma in modo diseguale. Alcune famiglie le scelgono già oggi, spinte dalla sensibilità ambientale o dalle caratteristiche della propria casa; altre, frenate dai costi e dalla poca informazione, restano legate alle soluzioni tradizionali. Il rischio? Una transizione lenta, a due velocità, che allontana gli obiettivi climatici europei e rende più complicata una pianificazione efficace sul lungo termine.