Germania e Canada restano tra i pochi con il merito top, mentre l’Italia attende un nuovo giudizio da Moody’s il 23 maggio.

Il club della Tripla A, ovvero l’insieme dei Paesi valutati con il massimo merito creditizio dalle tre principali agenzie di rating – S&P, Fitch e Moody’s – si restringe ancora. Con l’uscita degli Stati Uniti, il numero di membri scende a dieci. Prima della crisi finanziaria del 2008, erano quindici. Un’erosione progressiva che riflette le sfide sempre più complesse sul fronte fiscale globale. Queste valutazioni rappresentano una bussola per gli investitori: più alto è il rating, minore è il rischio percepito nell’acquisto di titoli di Stato emessi da un Paese.
Le ragioni dietro il downgrade
Il recente declassamento degli Stati Uniti, deciso da Moody’s, nasce da una crescente preoccupazione sulla sostenibilità fiscale a lungo termine. La revisione da AAA a AA1 non è solo simbolica: segnala tensioni nei conti pubblici e una certa pressione sui rendimenti delle obbligazioni a lungo termine. Tuttavia, gli analisti ritengono improbabile un impatto drammatico sugli asset statunitensi. Anche l’uso delle obbligazioni sovrane da parte delle banche, ad esempio come garanzia, non dovrebbe subire variazioni significative nel breve periodo.
Implicazioni economiche e geopolitiche
Non è la prima volta che i downgrade colpiscono duramente. Durante la crisi del debito della zona euro e la grande recessione, le valutazioni negative hanno avuto conseguenze tangibili. Ma il caso statunitense presenta una portata differente. Le critiche rivolte all’amministrazione Trump per la gestione fiscale, unite alle crescenti incertezze sul ruolo internazionale del dollaro come valuta di riserva, alimentano ulteriori timori. La Tripla A non è solo un voto tecnico: rappresenta fiducia, stabilità e leadership nei mercati globali.

I superstiti del rating massimo
Dopo l’uscita di scena degli Stati Uniti, i Paesi che conservano la prestigiosa valutazione sono Germania, Australia, Singapore, Svizzera, Danimarca, Svezia, Norvegia, Lussemburgo, Olanda e Canada. La Germania guida il gruppo, nonostante le recenti pressioni economiche. Intanto, lo sguardo si sposta sull’Italia: il 23 maggio Moody’s esprimerà un nuovo giudizio sul rating, attualmente fissato a Baa3. Per S&P e Fitch, il Belpaese mantiene la valutazione BBB. Il contesto non è dei più favorevoli, con un Pil in calo rispetto alle previsioni e un clima di incertezza che continua a pesare.