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Bonus Smart Working per le zone montane: un nuovo incentivo per rilanciare territori e occupazione

Bonus Smart Working per le zone montane: un nuovo incentivo per rilanciare territori e occupazione
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Con la Legge 12 settembre 2025 n. 131 nasce un bonus pensato per contrastare lo spopolamento delle aree montane e incentivare il lavoro agile come scelta strutturale e strategica.

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Con l’entrata in vigore della Legge n. 131/2025 prende forma un’importante novità per le aree montane: il Bonus Smart Working, una misura volta a promuovere il lavoro agile come leva per il rilancio economico e sociale dei piccoli comuni. L’articolo 26 della norma disciplina l’agevolazione contributiva destinata ai datori di lavoro che adottano lo smart working come modalità ordinaria nei comuni montani, individuati secondo parametri demografici e altimetrici. Tali criteri saranno precisati da un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri atteso entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge.

Obiettivi mirati per una trasformazione duratura

Il bonus nasce con una missione chiara: frenare lo spopolamento nei comuni sotto i 5.000 abitanti e favorire l’insediamento stabile di lavoratori in territori a rischio abbandono. Al tempo stesso, la misura mira a rafforzare la competitività delle imprese attive in contesti marginali, introducendo il lavoro agile come strumento di inclusione e sostenibilità. A beneficiarne saranno, da un lato, i datori di lavoro privati che assumono con contratto a tempo indeterminato e, dall’altro, i lavoratori che trasferiscono residenza e domicilio da comuni non montani a località montane, svolgendo la propria attività in modalità agile.

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Un’agevolazione contributiva a scalare

Cuore dell’incentivo è l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, restando esclusi i contributi dovuti all’INAIL. L’aliquota per il calcolo delle prestazioni pensionistiche non cambia, garantendo così la tutela previdenziale del lavoratore. Lo schema dell’esonero si articola in tre fasi:

  • 2026–2027: esonero del 100%, con un tetto massimo di €8.000 annui per lavoratore
  • 2028–2029: esonero al 50%, fino a €4.000 annui
  • 2030: esonero al 20%, con un limite di €1.600 annui

La misura rientra nel regime europeo “de minimis”, con tetti di spesa fissati in €12,5 milioni per il 2028, €10,9 milioni per il 2029 e €5,4 milioni per il 2030. Le modalità operative e i criteri per individuare i comuni montani saranno definiti da un decreto interministeriale da adottare entro il 20 novembre 2025.

Impatti sul lavoro e sul territorio: un’occasione da cogliere

Il Bonus Smart Working si inserisce tra gli strumenti di politica attiva del lavoro, offrendo benefici concreti sia per le imprese che per i territori. Oltre ad essere compatibile con altri incentivi, favorisce modelli organizzativi più flessibili, con ricadute positive sul benessere dei dipendenti e sui costi aziendali.

Gli effetti attesi? Maggiore stabilità residenziale, sviluppo socio-economico locale e riduzione della dipendenza dai grandi centri urbani. Promuovendo la riduzione degli spostamenti, la misura contribuisce anche alla sostenibilità ambientale. Per le imprese e i professionisti HR, è il momento di agire: analizzare i requisiti, pianificare le assunzioni e prepararsi ai prossimi step normativi.