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Bonus pensioni 2025: più soldi in busta paga per chi resta al lavoro

Bonus pensioni 2025: più soldi in busta paga per chi resta al lavoro
Photo by Alexas_Fotos – Pixabay
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Dal prossimo settembre, chi ha maturato i requisiti per la pensione potrà scegliere di continuare a lavorare e ricevere uno stipendio più alto grazie al nuovo bonus contributivo.

Bonus pensioni 2025: più soldi in busta paga per chi resta al lavoro
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Non è un aumento diretto sulla pensione, né una somma aggiuntiva erogata dallo Stato. Il bonus pensioni 2025 è un incentivo economico riservato a chi sceglie di posticipare il pensionamento pur avendone diritto. Una misura pensata per valorizzare la permanenza attiva nel mondo del lavoro, soprattutto in un momento storico in cui molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese.

Il meccanismo è semplice: chi rinuncia temporaneamente al ritiro percepirà una busta paga più alta, perché non dovrà più versare la propria quota contributiva all’INPS. Questo sgravio si traduce in un incremento del 9,19% sullo stipendio netto mensile, un vantaggio concreto per chi sceglie di restare ancora un po’ al proprio posto.

Chi può beneficiarne e da quando

Il bonus entrerà in vigore a partire da settembre 2025 per i lavoratori del settore privato, mentre per il comparto pubblico sarà necessario attendere qualche mese in più. Ma attenzione: non tutti possono accedere alla misura.

Il diritto al bonus è riconosciuto esclusivamente a chi ha già maturato i requisiti per:

  • Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi);
  • Pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne).

È inoltre essenziale non aver ancora presentato domanda di pensionamento. Per ottenere il beneficio, serve una richiesta specifica di adesione al bonus: un passaggio formale, ma fondamentale.

Un incentivo esentasse che non pesa sull’ISEE

Bonus pensioni 2025: più soldi in busta paga per chi resta al lavoro
Photo by stevepb – Pixabay

Uno dei principali vantaggi del bonus pensioni 2025 è il suo trattamento fiscale favorevole. La somma aggiuntiva in busta paga, derivante dalla mancata trattenuta contributiva, non viene tassata.

Questo significa che:

  • non aumenta il reddito imponibile;
  • non incide sull’ISEE, quindi non compromette l’accesso ad altri bonus o agevolazioni;
  • non comporta alcun aggravio fiscale per il lavoratore.

L’incentivo, confermato dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, si configura come un’opportunità concreta per chi vuole guadagnare di più nell’immediato, senza effetti collaterali sul piano fiscale.

Perché il bonus non è per tutti

Sebbene venga definito “bonus pensioni”, questa misura non è pensata per chi è già in pensione, né per tutti i lavoratori. È un incentivo selettivo, destinato a chi ha già raggiunto le soglie per l’uscita anticipata ma decide consapevolmente di restare in servizio.

Non si tratta di un regalo, ma di una scelta consapevole: da un lato si guadagna di più ogni mese, dall’altro si rinvia l’accesso alla pensione e si accetta di versare meno contributi, con una possibile riduzione dell’assegno mensile futuro.

La misura riflette una strategia più ampia: favorire la permanenza nel lavoro per chi può, alleggerendo nel contempo il peso sulle casse previdenziali.